Una storia scioccante arriva dal cuore dell’India: Santa Devi Meghwal, oggi ventenne, mostra con orgoglio una foto che racconta una realtà drammatica. A soli 11 mesi, era già stata data in sposa a un bambino di nove anni di un villaggio vicino nello stato del Rajasthan. Ma ora, qualcosa sta cambiando.
In Assam, una massiccia offensiva contro i matrimoni infantili illegali ha portato all’arresto di quasi 5.000 persone. Solo nell’ultimo blitz della polizia, 416 individui sono stati fermati, ha confermato il primo ministro dello stato, Himanta Biswa Sarma. “Continueremo a intraprendere azioni coraggiose per sradicare questo male sociale,” ha dichiarato con determinazione. “L’Assam continua la sua battaglia contro i matrimoni infantili.”
Dietro questa lotta c’è un dato impressionante: più di 220 milioni di spose bambine vivono in India, secondo le Nazioni Unite. Tuttavia, il fenomeno è in calo, con numeri che mostrano una diminuzione significativa negli ultimi vent’anni.
Le autorità dell’Assam hanno già condotto operazioni su larga scala fin da febbraio 2023, arrestando non solo i genitori responsabili di queste unioni illegali ma anche i funzionari che le hanno legalizzate. Ad oggi, gli arresti totali superano i 4.800, e Sarma punta a eliminare del tutto questo crimine entro il 2026.
Dietro ogni matrimonio forzato, si nasconde una speranza distorta: molte famiglie povere credono che sposare le proprie figlie possa garantire loro un futuro finanziariamente stabile. Ma la realtà è un’altra: ragazze costrette a rinunciare alla scuola, a occuparsi della casa e, spesso, a mettere a rischio la propria salute con gravidanze precoci. Un destino crudele che cancella sogni e possibilità.
Nel 2017, una storica sentenza della Corte Suprema indiana ha cambiato le regole del gioco, stabilendo che i rapporti sessuali con una moglie minorenne costituiscono stupro. Una decisione che è stata accolta con entusiasmo dagli attivisti per i diritti delle donne, un piccolo passo verso un cambiamento epocale.
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