Scandalo nel cuore dello sport maltese! Jean-Claude Micallef, CEO dell’Authority for Integrity in Maltese Sport (AIMS), si trova al centro di una tempesta mediatica dopo che un contratto firmato da lui stesso sembrerebbe smentire le sue dichiarazioni. L’ombra del match-fixing torna ad allungarsi sul mondo dello sport, e questa volta il protagonista è Jermain Brincat, un ex calciatore radiato a vita per corruzione.
Eppure, Micallef nega tutto con fermezza. Quando contattato dal Times of Malta, ha dichiarato: “Jermain Brincat non è un dipendente di AIMS”
e, incalzato, ha aggiunto che Brincat non è stato assunto né come impiegato né come collaboratore esterno. Ma se fosse davvero così, come si spiega quel contratto di quattro pagine che porta la sua firma e che prevede un compenso di 9.900 euro per “servizi di montaggio audiovisivo per contenuti TV e social media, oltre a consulenza per l’Authority for Integrity in Maltese Sport”?
Fonti interne ad AIMS confermano l’autenticità del documento, evidenziando come la firma di Micallef sia compatibile con quelle apposte su altri documenti ufficiali. Il contratto, inoltre, risulta essere stato firmato anche da Brincat ed è stato controfirmato dal portavoce di AIMS, Sandro Micallef.
Ma chi è Jermain Brincat? Il suo nome è legato a uno dei più clamorosi scandali del calcio maltese. Nel 2013, quando giocava per il Floriana FC, fu giudicato colpevole dalla Malta Football Association di aver tentato di corrompere il difensore del Naxxar Lions, Sunday Eboh. La punizione fu esemplare: una radiazione a vita dal mondo del calcio, inflitta anche ad altri giocatori coinvolti nello scandalo.
Brincat, contattato per un commento, ha raccontato una versione completamente diversa rispetto a quella di Micallef: “Ho risposto a un bando pubblicato sul Government Gazette e sono stato invitato per un colloquio con Sandro Micallef e il direttore di AIMS, Ryan Borg. Dopo quell’incontro, non ho più ricevuto alcuna comunicazione”
.
AIMS è l’ente responsabile della lotta al doping e al match-fixing a Malta, oltre a contrastare il riciclaggio di denaro nello sport. Ma questa vicenda solleva pesanti interrogativi sulla sua gestione e sulla trasparenza delle sue operazioni.
La figura di Jean-Claude Micallef è da tempo al centro di polemiche. Il suo predecessore, Luciano, ha lasciato improvvisamente l’incarico a causa di forti attriti con il consiglio di amministrazione, spianando la strada alla nomina di Micallef nel dicembre scorso. La sua designazione, però, non è stata accolta con entusiasmo: molti membri del board di AIMS hanno osteggiato la sua nomina, fortemente voluta dall’ufficio del primo ministro.
Un ulteriore dettaglio emerso in parlamento alimenta il dibattito. Il Ministro dello Sport, Clifton Grima, ha presentato il contratto di Micallef, rivelando che il CEO di AIMS percepisce uno stipendio base annuo di 50.000 euro, con un aumento di 1.000 euro all’anno. A ciò si aggiungono 6.000 euro di indennità di spesa, 1.800 euro di rimborso per le comunicazioni e l’uso di un’auto di servizio o, in alternativa, un’indennità di trasporto di 4.658 euro.
Cosa si nasconde davvero dietro questo intricato caso? Micallef ha davvero detto tutta la verità o c’è qualcosa che non vuole far emergere? Lo scandalo è solo all’inizio.