Una decisione che fa rabbrividire, una giustizia che sembra dimenticare le donne. Quando una condanna per violenza domestica viene ridotta a una pena sospesa, il sistema giudiziario non fa altro che mandare un messaggio devastante. È ciò che è accaduto nel caso di Melvin Debono, condannato per aver picchiato la sua ex compagna, ma che ora cammina libero, grazie a una decisione che ha scatenato l’indignazione di attivisti e organizzazioni femminili.
“Devono le donne essere picchiate fino a rischiare la vita, o addirittura peggio, per essere prese sul serio e ricevere protezione?”
Questo è l’interrogativo scioccante lanciato da Moviment Graffitti, che ha condannato la decisione del tribunale di ridurre la pena inflitta a Debono. Il giudice Neville Camilleri, lunedì scorso, ha deciso di accogliere l’appello della difesa, che ha minimizzato l’entità delle lesioni riportate dalla vittima – gonfiore e lividi intorno all’occhio destro – e ha sostituito la condanna a tre mesi di carcere con una pena sospesa di un anno. E così, un uomo condannato per violenza domestica esce senza scontare nemmeno un giorno di prigione.
La vicenda risale al dicembre 2022, quando la coppia, dopo un acceso litigio sull’infedeltà, si trovò in auto, dove Debono sferrò un pugno alla sua ex compagna. Ma la violenza non si fermò lì. Una volta fuori dalla macchina, l’uomo la spinse e la insultò, tutto sotto gli occhi dei loro tre figli.
Moviment Graffitti ha parlato senza mezzi termini di “fallimento sistematico” di un sistema che “non vede le donne come esseri umani”. “La violenza domestica non è solo una discussione tra partner, è un crimine. Gli abusi non sono mai accettabili, eppure il sistema di giustizia penale maltesi continua a fallire nel proteggere le donne.”
Un’accusa devastante, che sottolinea quanto il sistema giuridico continui a ignorare l’importanza della sicurezza delle vittime di violenza domestica.
“Siamo davvero disgustati dalla decisione del tribunale che ha lasciato andare un altro uomo violento senza conseguenze.”
Questo il duro commento di Moviment Graffitti, che ha messo in luce quanto una simile decisione non solo fallisca nel punire l’abuso, ma legittimi anche il comportamento violento, facendolo sembrare quasi accettabile.
Anche l’ONG femminile FIDEM non ha tardato a intervenire, esprimendo sdegno per l’interpretazione della legge che riduce la violenza domestica a “lesioni minori”. “FIDEM è rattristata da questa interpretazione della legge che sminuisce le ferite fisiche, per non parlare delle cicatrici mentali che questa donna ha dovuto sopportare per mano del suo partner, padre dei suoi tre figli.”
FIDEM ha lanciato un duro monito: “Che tipo di messaggio stiamo dando con questo verdetto? Che è accettabile picchiare tua moglie, purché l’infortunio sia ‘minore’?.”
Secondo l’ONG, questa decisione non è solo sbagliata, ma anche pericolosa, poiché invia un messaggio chiaro: la violenza nei confronti del coniuge è un crimine minore, a seconda della gravità della ferita.
FIDEM ha concluso con una denuncia forte e incrollabile: “Non c’è giustificazione per la violenza in una relazione. Finché la società non comprenderà questo concetto fondamentale, non potremo mai ottenere un vero cambiamento né giustizia per le vittime di violenza domestica.”
Un appello alla consapevolezza, alla lotta contro una cultura che tollera l’abuso.
Foto: [Archivio Times Of Malta]