Un adolescente è tra le tante persone che hanno richiesto in modo fraudolento prestazioni sociali utilizzando documenti falsi. Foto d’archivio: Times of Malta
Un’adolescente è stata coinvolta in un giro di truffa ai sussidi sociali all’età di 17 anni, quando i suoi genitori l’hanno spinta a fare domanda utilizzando documenti falsificati.
La ragazza, oggi ventenne, è stata messa sotto la supervisione di un agente di sorveglianza che l’avrebbe aiutata a capire l’importanza di una fonte di reddito legittima su cui costruire il proprio futuro.
E’ solo una delle molte persone che ricevevano pagamenti di benefici illegalmente, mettendo così in atto una truffa nei confronti del Dipartimento di Sicurezza Sociale e, in ultima analisi, delle Casse dello Stato.
L’anno scorso il Times of Malta
ha rivelato come centinaia di documenti medici siano stati falsificati per permettere alle persone di truffare il sistema previdenziale.
Giovedì il magistrato Rachel Montebello ha emesso una sentenza in relazione a otto persone, che in totale dovevano circa 145.000 euro.
La donna ha ammesso le accuse di falsificazione, uso consapevole di documenti falsi, dichiarazione falsa per ottenere un guadagno personale che, nel suo caso, ammontava a quasi 20.000 euro.
I pagamenti hanno riguardato il periodo compreso tra settembre 2020 e ottobre 2023.
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La donna ha espresso la volontà di restituire il denaro al Dipartimento se le fosse stata concessa la possibilità di farlo con pagamenti mensili.
Nel pronunciare la sentenza, il magistrato Rachel Montebello ha preso atto delle particolari circostanze del caso, tra cui il background familiare dell’imputata e l’apparente coinvolgimento dei suoi genitori nel caso.
Sebbene fosse minorenne all’epoca in cui ha commesso alcuni dei reati di cui è stata accusata, l’imputata si è assunta la responsabilità.
Il magistrato ha dichiarato che ora è una studentessa a tempo pieno con un “futuro promettente” e, di conseguenza, la corte ha ritenuto che un ordine di libertà vigilata fosse appropriato.
Un agente di sorveglianza ha seguito la ragazza durante questi anni cruciali e l’avrebbe aiutata ad affrontare le sue difficoltà personali per garantire che non ricorra a comportamenti illeciti in futuro.
Questo aiuto professionale aiuterebbe anche la giovane a capire l’importanza di una fonte di reddito legittima per costruirsi un futuro stabile, ha osservato il magistrato, emettendo un ordine di libertà vigilata di due anni.
Nel frattempo, l’imputata ha dovuto restituire al dipartimento 19.280,92 euro in base all’accordo raggiunto.
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Gli altri sette beneficiari “fraudolenti”, che hanno ammesso accuse simili, sono stati condannati ciascuno a una pena detentiva di due anni, sospesa per tre anni, e sono stati condannati a restituire le somme ricevute illegalmente o eventuali saldi pendenti.
Ciascuno degli accusati doveva pagare in rate mensili che variavano a seconda degli accordi stipulati con le autorità competenti.
Gli ispettori Wayne Rodney Borg, Andy Rotin, Michael Tabone, Shaun Friggieri e Keith Caruana Darmanin hanno perseguito a vario titolo.