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Malta

Oltre 200 accademici dell’Università condannano le “intimidazioni” della magistratura

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Gli accademici dell’Università di Malta hanno espresso il loro incondizionato sostegno alla magistratura. Foto: Matthew Mirabelli

Più di 200 accademici hanno condannato gli attacchi alla magistratura all’indomani del processo che ha portato all’archiviazione delle accuse penali contro l’ex primo ministro Joseph Muscat, tra gli altri.

“Siamo profondamente turbati dai recenti e continui attacchi alla magistratura maltese, in particolare dal fatto che sia stato preso di mira un magistrato specifico che ha condotto un’inchiesta giudiziaria delicata su un argomento di interesse nazionale”, si legge nella petizione firmata dagli accademici.

Alle 16 di giovedì, 222 avevano firmato la petizione.

“Questi attacchi minano l’indipendenza di un’istituzione fondamentale. Una magistratura imparziale è la pietra angolare di una democrazia sana, che assicura che la giustizia sia servita senza paura o favore. Crediamo fermamente che la verità sia essenziale per una società giusta. Solo quando le istituzioni, compresa la magistratura, possono funzionare in modo indipendente e senza intimidazioni, la verità può essere rivelata”, continua la petizione.

Gli accademici dell’Università di Malta hanno condannato qualsiasi tentativo di sviare il controllo attraverso attacchi alle istituzioni responsabili della difesa dello Stato di diritto.

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Hanno inoltre esortato coloro che “apprezzano una Malta giusta e democratica” a sostenere la loro condanna.

La petizione contiene i nomi di professori, presidi di facoltà e docenti.

È l’ultima di una serie di condanne che il Primo Ministro Robert Abela e il suo predecessore, Joseph Muscat, hanno dovuto affrontare.

Entrambi sono stati coinvolti in un’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto figure politiche di spicco, tra cui lo stesso Muscat, il suo capo di gabinetto Keith Schembri e l’ex ministro della Sanità Konrad Mizzi, il vice primo ministro Chris Fearne e il governatore della Banca centrale Edward Scicluna.

Tutti devono rispondere di accuse che vanno dal riciclaggio di denaro alla corruzione e alla frode.

Abela ha ripetutamente affermato che il magistrato ha volutamente ritardato le conclusioni per farle coincidere con le elezioni del Parlamento europeo e dei consigli comunali, che l’inchiesta era di parte e che alcuni settori della magistratura facevano parte di un “establishment” che voleva distruggere il Partito laburista.

Le sue affermazioni gli sono valse la condanna di un’associazione di avvocati, che ha definito i suoi commenti “autoritari” e una “minaccia per la democrazia”, in particolare quelli rivolti al magistrato Gabriella Vella, che ha supervisionato l’inchiesta giudiziaria.

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Martedì anche gli studenti di giurisprudenza hanno manifestato fuori dal tribunale e i datori di lavoro hanno chiesto una riunione urgente delle parti sociali per discutere dei commenti.

Mercoledì Abela e Muscat hanno ricevuto il rimprovero più forte: La Presidente Myriam Spiteri Debono ha invitato a mantenere il sangue freddo e ha detto che la magistratura deve essere

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