“Malta non è più sola nella battaglia contro l’immigrazione irregolare.”
Con queste parole, il Primo Ministro Robert Abela ha scosso il summit del Consiglio Europeo tenutosi venerdì a Bruxelles, sottolineando un cambiamento epocale nelle politiche dell’Unione Europea. Mentre i leader del blocco discutevano temi caldi come la guerra in Ucraina e le sfide globali, Abela ha ribadito che l’epoca in cui il Paese affrontava da solo il peso dell’immigrazione è ormai alle spalle.
“Non siamo più in una situazione in cui Malta è isolata e nulla viene fatto a livello europeo sull’immigrazione irregolare – come accadeva fino a pochi anni fa,” ha affermato con enfasi. La sua presenza è stata accompagnata da importanti segnali di unità: dieci Stati membri hanno concordato su una visione comune, un risultato definito “incoraggiante”
dal premier.
Ma non è tutto: Abela ha elogiato i risultati raggiunti a Malta, definendo le politiche di rimpatrio “uno dei più grandi successi nella gestione dell’immigrazione irregolare.”
I numeri parlano chiaro. Da gennaio a ottobre, 115 migranti irregolari sono stati rimpatriati verso i loro Paesi di origine, mentre altri 60 sono stati trasferiti in altri Stati europei.
L’attenzione si sposta ora su Bruxelles, dove nuove direttive potrebbero portare a cambiamenti rivoluzionari già a partire da febbraio. L’UE starebbe considerando un sistema di centri di registrazione per migranti situati fuori dai confini europei, una soluzione controversa che ha già scatenato polemiche. In Italia, per esempio, il mese scorso i giudici hanno respinto la detenzione di migranti in strutture gestite in Albania, sollevando dubbi sulla legalità di simili misure.
Durante il summit, Abela ha toccato anche il delicato tema della guerra in Ucraina, lanciando un appello per un approccio pragmatico: “Non c’è più tempo per una narrazione di vincitori e vinti. La fine di ogni combattimento è l’unica vittoria che conta in Ucraina.” Un messaggio chiaro, accompagnato da un monito: “Dopo tre anni di guerra, se non adottiamo un approccio diverso, ci aspettano ancora più anni di conflitto senza alcun progresso.”
Abela ha però ribadito che qualsiasi pace dovrà preservare la sovranità ucraina, nonostante le difficoltà.
L’intervento del Primo Ministro maltese si è scontrato con la dura realtà presentata dal presidente russo Vladimir Putin, che giovedì ha dichiarato: “La vittoria è più vicina.” Putin ha aggiunto che, col senno di poi, avrebbe avviato l’invasione molto prima, gettando un’ombra sui futuri negoziati.
Foto: DOI.