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Economia

Malta verso case più piccole: sarà la fine del lusso spaziale?

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Gli alloggi maltesi, i più spaziosi d’Europa, potrebbero presto essere oggetto di una svolta epocale. Un nuovo rapporto di KPMG, pubblicato oggi, accende i riflettori su una realtà sorprendente: mentre la media europea si attesta a 1,6 stanze per persona, a Malta gli abitanti possono contare su una media di ben 2,2 stanze per ciascuno, rendendo le abitazioni dell’isola le più grandi dell’Unione Europea. Ma questo lusso spaziale ha un prezzo.

Secondo il rapporto, oltre due terzi dei maltesi, esattamente il 69%, vivono in case troppo grandi per le loro reali necessità – più del doppio della media europea del 33%. Nel frattempo, solo il 2% della popolazione vive in abitazioni sovraffollate, un dato che posiziona Malta al secondo posto in Europa per le condizioni abitative più confortevoli. “Con il territorio disponibile sempre più limitato e le case che rimangono inaccessibili per molti, potrebbe essere il momento di cambiare rotta” , affermano gli esperti di KPMG.

Il documento suggerisce infatti un cambio di prospettiva: dare priorità alla costruzione di abitazioni più piccole e convenienti per rispondere alla crescente domanda di alloggi accessibili. “Questa soluzione potrebbe ottimizzare l’uso dello spazio limitato delle isole e aumentare la disponibilità di case per i compratori a basso reddito” , si legge nel rapporto.

Tuttavia, il concetto di “abitazioni più piccole” rimane vago. Gli esperti immobiliari locali hanno già proposto di modificare le normative per consentire la costruzione di monolocali e appartamenti con una sola camera da letto, tipologie comuni in molte città del mondo, ma ostacolate a Malta da rigide leggi urbanistiche e sanitarie. Questa opzione, avverte KPMG, “richiederebbe una riflessione approfondita”  per evitare un impatto negativo sulla qualità della vita dei residenti.

Questa analisi arriva in un momento cruciale. Durante la recente conferenza annuale di KPMG sul mercato immobiliare, il Primo Ministro Robert Abela ha aperto alla possibilità di rivedere i piani locali, riconoscendo che sono ormai obsoleti. I piani attuali, risalenti al 2006, hanno segnato un’epoca controversa, rendendo edificabili ampie aree di terreno incontaminato e favorendo un’espansione urbana incontrollata.

Sebbene ci siano stati alcuni interventi mirati – come il blocco di un villaggio turistico proposto o le consultazioni pubbliche su specifiche aree – quella in programma si preannuncia come la prima revisione complessiva in quasi vent’anni. Ma non tutti saranno contenti. Il Premier ha avvertito che molti potrebbero trovarsi scontenti se alcune aree attualmente edificabili venissero escluse dallo sviluppo. Nel frattempo, il Ministro dell’Ambiente Miriam Dalli ha sottolineato in Parlamento che “ogni decisione sull’espansione delle zone di sviluppo dovrà essere attentamente ponderata”.

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Foto: Matthew Mirabelli

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