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Economia

Malta 2050: la visione che cambierà il volto del paese

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Malta sta per intraprendere un viaggio verso un futuro che potrebbe cambiare radicalmente il volto del Paese. In un incontro decisivo con il Malta Council for Economic and Social Development (MCESD), il ministro dell’Economia Silvio Schembri ha annunciato che la Vision Malta 2050 sarà presentata al Consiglio dei Ministri tra “pochissime settimane”, con obiettivi specifici da raggiungere entro il 2035. Un piano ambizioso che potrebbe segnare un nuovo capitolo per l’isola.

Ma cosa si nasconde dietro questa Visione ambiziosa? Schembri ha rivelato che il progetto si articolerà su quattro pilastri fondamentali: una crescita economica sostenibile, servizi facilmente accessibili per tutti, un Paese resiliente e un sistema educativo moderno, unito all’uso responsabile di mare e terra. In pratica, Malta sta puntando a diventare una nazione che guarda al futuro con un equilibrio perfetto tra progresso, sostenibilità e inclusività.

Lanciata ufficialmente nell’ottobre dell’anno scorso, la Vision Malta 2050 è destinata a diventare la roadmap definitiva per lo sviluppo economico, sociale e ambientale del Paese. Un piano che non lascia nulla al caso. “La visione dà priorità alla protezione dell’ambiente, al rafforzamento della politica sociale e alla buona governance” , ha sottolineato il sottosegretario per il Dialogo Sociale, Andy Ellul, definendo questa visione come un’opportunità unica per “fornire una solida cornice attraverso la quale plasmare i decenni futuri”.

David Xuereb, presidente dell’MCESD, ha aggiunto che l’incontro è stato fondamentale per perfezionare “dettagli importanti” che renderanno la visione “più completa e inclusiva”. Un passo che evidenzia l’importanza di un lavoro collettivo per creare una strategia che non solo migliori la vita dei maltesi, ma che sia anche proiettata verso un futuro prospero e sostenibile.

Malta sta finalmente riscrivendo il proprio destino, con una visione audace che, se realizzata, potrebbe veramente rivoluzionare il Paese. Ma la domanda è: siamo pronti ad affrontare la sfida?

Foto: DOI

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