Una vita spezzata in un attimo. Un cantiere trasformato in una trappola mortale. Bari Balla, operaio edile albanese e padre di sei figli, ha trovato una fine orribile sotto le macerie di un edificio a Sliema, il cui tetto gli è crollato addosso. Era aprile dello scorso anno, un normale giorno di lavoro, finito in tragedia. Ma ora quattro persone dovranno rispondere di questa morte davanti alla giustizia.
Anche il genero della vittima, Genti Prodani, 31 anni, era sul posto quando tutto è avvenuto. È sopravvissuto, ma ha riportato gravi ferite. La domanda che tutti si pongono è una sola: questa tragedia poteva essere evitata?
Sul banco degli imputati ci sono i due imprenditori responsabili dei lavori, Kurt Galea, 33 anni, e Anthony James Fisher, 42, oltre ai direttori della Oratorian Capital Ltd, la società proprietaria dell’edificio: Luca Micelli Demajo, 33, e Samuel Borg, 34. Le accuse? Omicidio colposo e gravi violazioni delle norme di sicurezza. Un’accusa pesante, ma in tribunale i quattro si sono dichiarati non colpevoli.
Giovedì, in aula, il tribunale presieduto dalla magistrata Ann Marie Thake ha ascoltato parte della testimonianza di Genti Prodani. L’uomo ha raccontato di aver ricevuto precise istruzioni da Fisher: “Ci aveva detto di rimuovere le tegole senza romperle”
. Poi la sua deposizione è stata interrotta e aggiornata a una data successiva.
Ma c’è un dettaglio inquietante: i lavori non erano nemmeno autorizzati. Il progetto prevedeva l’aggiunta di un piano arretrato e l’ampliamento dei piani esistenti, ma il permesso stabiliva chiaramente che il cantiere non poteva aprire prima della scadenza del periodo per eventuali ricorsi, che solitamente dura 30 giorni.
Non solo. La Building and Construction Authority (BCA), che vigila sui cantieri a Malta, ha confermato che i lavori erano del tutto illegali: “I lavori non avevano la piena approvazione dell’Autorità di Pianificazione e nessuna richiesta era stata presentata alla BCA, il che significa che erano vietati”, ha dichiarato l’ente.
L’Occupational Health and Safety Authority (OHSA), l’ente responsabile della sicurezza sul lavoro, ha affermato di non essere stata informata dell’avvio del cantiere. Insomma, nessuno aveva dato il via libera ufficiale ai lavori che sono costati la vita a Bari Balla.
E non è la prima volta che Malta si trova a fare i conti con simili tragedie nel settore edile. La morte di Balla è stata la prima dall’inchiesta pubblicata a febbraio dello scorso anno sulla scomparsa di Jean Paul Sofia, il 20enne morto in un cantiere a Corradino nel 2022 dopo un altro crollo. Anche in quel caso, l’inchiesta ha portato alla luce falle enormi nella sicurezza del settore delle costruzioni.
Nel frattempo, il processo va avanti. Gli imprenditori sono difesi dall’avvocato Stefano Filetti, mentre Samuel Borg è rappresentato da Charles Mercieca. Luca Miceli Demajo ha affidato la propria difesa a Michael Grech, Joe Giglio e Michaela Giglio. L’ufficio del Procuratore Generale è rappresentato dagli avvocati Ettienne Savona e Manuel Grech, mentre Francesca Zarb si è costituita parte civile.
Un’altra morte sul lavoro. Un’altra famiglia distrutta. La giustizia farà il suo corso, ma resta una domanda senza risposta: fino a quando si continuerà a sacrificare vite umane nei cantieri maltesi?
Foto: Go Get Funding.