All’arrivo della polizia, l’accusato ha continuato a tenere un atteggiamento aggressivo, ha dichiarato il tribunale. Foto d’archivio
Venerdì pomeriggio è stata negata la libertà su cauzione a un uomo che avrebbe minacciato di “picchiare pesantemente” gli agenti di polizia intervenuti dopo essere stati avvisati di una lite tra una coppia in un supermercato di St Paul’s Bay.
Antoine, noto come David Monsigneur, 52 anni, di Ħamrun, è stato arrestato poco dopo essere stato coinvolto nella lite avvenuta giovedì intorno alle 21. Una donna ha affermato che l’accusato ha reagito violentemente quando lei gli ha detto che non voleva che tornasse a casa con lei.
La donna ha spiegato che Monsigneur era rimasto nel suo appartamento di St Paul’s Bay negli ultimi tre giorni.
Ma giovedì sera gli avrebbe detto di stare lontano perché suo figlio era con lei.
In quel momento l’accusato l’avrebbe colpita sul collo.
All’arrivo della polizia, l’uomo non avrebbe collaborato e avrebbe mantenuto il suo atteggiamento aggressivo anche dopo essere stato accompagnato alla stazione di polizia, insultando gli agenti e minacciando di picchiarli pesantemente.
Ha detto a uno degli agenti che “gli avrebbe spaccato il timpano”, ha dichiarato l’ispettore Christian Cauchi.
Al momento dell’udienza di venerdì pomeriggio, Monsigneur si è dichiarato non colpevole di aver ferito leggermente la donna, di non aver obbedito a ordini legittimi della polizia, di aver bestemmiato in pubblico, di aver insultato e minacciato i tre agenti e di aver violato l’ordine pubblico.
È stato inoltre accusato di recidiva e di aver violato le precedenti condizioni di libertà provvisoria.
Durante l’udienza, l’imputato ha cercato di spiegare che lui e la presunta vittima si conoscevano da 10 anni e si erano rimessi insieme di recente.
“È stata lei a venire a vivere con me, non il contrario”, ha detto, interrompendo il procedimento.
“Non ho mai mosso un dito”, ha insistito.
Il pubblico ministero ha spiegato che venerdì mattina la donna aveva chiamato la polizia per esprimere la sua paura nei confronti dell’imputato nel caso in cui gli fosse stata concessa la libertà provvisoria.
Dopo aver ascoltato le osservazioni, la corte, presieduta dal magistrato Natasha Galea Sciberras, ha respinto la richiesta di libertà su cauzione in considerazione dei “copiosi” precedenti penali dell’imputato e della natura delle accuse.
Il tribunale ha inoltre espresso il timore di una manomissione, ordinando all’accusa di convocare la presunta vittima alla prima udienza. L’avvocato Joseph Bonnici era il consulente legale.