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Malta

La spesa per la previdenza sociale aumenta dell’8,7% a fine settembre

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La spesa per le prestazioni previdenziali è aumentata dell’8,7% alla fine di settembre rispetto all’anno scorso, secondo i dati pubblicati giovedì.

L’esborso del governo per le prestazioni sociali ha superato di poco i 980 milioni di euro, con un aumento di 78,9 milioni di euro rispetto al 2022.

La spesa è aumentata sia per le prestazioni contributive che per quelle non contributive.

La maggior parte della spesa pubblica – 791,2 milioni di euro, con un aumento del 7,4% – è stata destinata alle prestazioni contributive, come le pensioni di anzianità.

Tali pensioni sono costate al governo 32,2 milioni di euro in più alla fine di settembre rispetto allo stesso periodo del 2022, principalmente a causa di 1.501 persone in più che hanno ricevuto una pensione di due terzi. A fine settembre, erano 58.820 le persone che ricevevano una pensione di due terzi.

È aumentata anche la spesa per i bonus contributivi (12,4 milioni di euro) e per le pensioni di vedovanza (9,5 milioni di euro).

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Alla fine di settembre, 189,2 milioni di euro sono stati destinati alle prestazioni non contributive, con un aumento del 15% rispetto all’anno precedente.

Tutte le categorie di prestazioni hanno registrato aumenti, con i principali registrati nell’ambito dell’Assegno totale di inserimento (6,1 milioni di euro), dell’Assegno totale integrativo (5,3 milioni di euro) e dell’Assegno per i figli (3,5 milioni di euro). Quest’ultimo è stato erogato a 44.016 famiglie.

Rispetto al 2022, tra luglio e settembre 2023 sono stati spesi altri 26,4 milioni di euro per le prestazioni di sicurezza sociale, con una spesa totale di 299,8 milioni di euro.

La spesa contributiva è aumentata di 19,3 milioni di euro, con l’incremento maggiore registrato nella voce Pensioni di vecchiaia (12,2 milioni di euro). Inoltre, la spesa per le prestazioni non contributive è aumentata di 7,1 milioni di euro, con i maggiori incrementi registrati nell’indennità integrativa totale (2,4 milioni di euro) e nella prestazione integrativa totale (1,7 milioni di euro)

L’In-Work Benefit ha visto un aumento significativo dei beneficiari (16.358), mentre si sono registrate diminuzioni nel numero di persone iscritte a una prestazione di malattia (4.661) e all’indennità integrativa (466).

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