Robert Abela entra in tribunale. Foto: Matthew Mirabelli.
Robert Abela non ha dato “risposte chiare” su una controversa conversazione con un magistrato riguardo le politiche di condanna. L’indagine, innescata dalle lamentele del candidato indipendente Arnold Cassola e dell’organizzazione degli studenti di giurisprudenza GħSL, mira a capire se il primo ministro abbia violato il codice etico.
A gennaio 2023, durante un’attività politica a Birkirkara, Abela aveva rivelato di aver incontrato un magistrato frustrato per il fatto che le pene severe venissero ridotte in appello. “Mi hanno detto che, sebbene la legge permetta loro di infliggere pene più severe, l’esperienza ha dimostrato che il colpevole tende a presentare appello. Le probabilità sono che la corte d’appello ridurrà la pena a causa di sentenze precedenti che andavano in quella direzione
,” aveva dichiarato Abela.
Queste parole hanno scatenato una bufera. ADPD e Repubblika hanno subito criticato l’intervento, denunciando un attacco all’indipendenza giudiziaria. Anche la Camera degli Avvocati ha espresso disappunto, affermando che tali conversazioni violano il codice etico giudiziario.
Il commissario per gli standard, Joseph Azzopardi, ha definito le conversazioni informali tra governo e magistratura “non auspicabili” e ha sottolineato che ogni dialogo dovrebbe avvenire attraverso canali ufficiali. Il contesto della conversazione è cruciale: se l’incontro è avvenuto casualmente a un evento sociale o se è stato organizzato per discutere specificamente delle politiche di condanna fa una grande differenza.
Azzopardi ha dichiarato di non poter concludere se Abela abbia violato il codice etico ministeriale, poiché il primo ministro non ha fornito “risposte chiare” sul contesto della conversazione. In una lettera al commissario, Abela ha sostenuto di aver avuto il dovere di parlare durante il suo discorso a gennaio 2023, a seguito di un “incidente” a Gżira, dove Pelin Kaya è stata investita da un’auto guidata da Jeremie Camilleri, ora accusato di omicidio.
Abela ha negato di aver discusso di un caso specifico con il magistrato, affermando che la conversazione riguardava solo politiche e procedure generali in tribunale. Ha inoltre ribadito che non vi è stata alcuna violazione del principio di separazione dei poteri tra magistratura e governo.
Un’indagine del commissario per la protezione dei dati, avviata dopo una richiesta di accesso alle informazioni presentata da Cassola, non ha trovato documenti o registrazioni della conversazione.
Foto: [Archivio Times Of Malta]