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Malta

Il mistero dietro l’affare Mozura: milioni e società offshore

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Nel 2019, l’ex primo ministro Joseph Muscat si trovava a visitare l’impianto eolico di Mozura, ignaro forse delle tempeste legali che si sarebbero abbattute su quel progetto, oggi oggetto di indagini sia a Malta che in Montenegro. Gli amministratori di Enemalta, nel loro ultimo rapporto finanziario pubblicato ad agosto, hanno confermato che queste indagini non sono ancora terminate. Ma cosa si nasconde davvero dietro questo affare da milioni di euro?

Un’indagine sull’accordo siglato nel 2015 è guidata da Ian Farrugia, e stando a quanto riportato nel bilancio annuale del 2022, Enemalta ha promesso di tenere sotto controllo la situazione, pronta a valutare ogni possibile impatto. E si capisce perché: l’acquisto delle quote nel progetto eolico da parte di Enemalta è avvenuto tramite una misteriosa società offshore con sede alle Seychelles, per una cifra sbalorditiva di 10,3 milioni di euro. Questo dettaglio da solo avrebbe potuto destare sospetti, ma il fatto che le azioni fossero state vendute appena qualche settimana prima per un terzo del prezzo pagato da Enemalta rende tutto ancora più scandaloso.

E non finisce qui: come rivelato da Reuters, Yorgen Fenech, accusato di omicidio, ha segretamente intascato una “quota di profitto” di 4,6 milioni di euro proprio dopo l’accordo con Enemalta. Il denaro proveniva dalla società Cifidex, la stessa da cui Enemalta aveva comprato le sue quote, e Fenech ha ricevuto i fondi attraverso la famigerata 17 Black, una società con sede negli Emirati Arabi Uniti, legata a Keith Schembri e Konrad Mizzi, ex funzionari del governo. Secondo un’email trapelata, le società panamensi segrete di Schembri e Mizzi avrebbero dovuto ricevere fino a 2 milioni di euro all’anno da 17 Black. Ovviamente, tutti gli interessati negano ogni coinvolgimento .

Ma non sono solo i maltesi a trovarsi coinvolti in queste acque torbide. Shanghai Electric, il socio di minoranza di Enemalta, è stata travolta da problemi legali in Montenegro. Una delle sue sussidiarie, in cui Enemalta detiene una partecipazione minoritaria, è rimasta impigliata in una lunga battaglia legale per il mancato pagamento di 6,9 milioni di euro di IVA legata al progetto eolico. Nel 2022, la sentenza finale ha imposto alla società non solo di saldare il debito, ma anche di pagare ulteriori 800.000 euro di interessi. Le autorità montenegrine non hanno perso tempo: nel 2020, la somma dovuta è stata “prelevata forzatamente” dal conto bancario della sussidiaria. Un successivo ricorso, presentato da Shanghai Electric, è stato rigettato nel novembre 2022, chiudendo definitivamente la vicenda.

Ma questa storia è tutt’altro che conclusa. I riflettori continuano a puntare su questo controverso affare che sembra destinato a sollevare sempre nuovi interrogativi.

Foto: [Archivio Times of Malta]

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