Connect with us

Malta

gladiator 2, il retroscena inquietante: attori digitalizzati senza garanzie

Published

on

Un inquietante scenario si sta delineando nel mondo del cinema, e questa volta tocca da vicino gli attori e le comparse maltesi. Immagina di accettare un lavoro su un set cinematografico e, senza rendertene conto, vedere la tua immagine digitalizzata, archiviata e forse utilizzata per sempre, senza alcun controllo su come verrà impiegata. È questo il pericolo denunciato dal filmmaker Matthew Maggi, che ha portato il caso direttamente davanti al Parlamento Europeo.

Nel 2023, alcuni attori e comparse che hanno partecipato alle riprese di Gladiator 2 a Malta si sono ritrovati di fronte a una richiesta allarmante: entrare in una cabina piena di telecamere per una scansione completa del volto e del corpo. Oltre a questo, è stato chiesto loro di firmare una liberatoria per la casa di produzione maltese Latina Pictures Limited . Ma cosa sarebbe successo a quelle immagini? In che modo sarebbero state utilizzate? Nessuno sembrava saperlo con certezza.

Giovedì, davanti alla Commissione Petizioni del Parlamento Europeo, Maggi – filmmaker e co-fondatore dell’Alliance for Practitioners, Artists and Crew for Hollywood Abroad  (APACHA) – ha denunciato l’utilizzo di intelligenza artificiale da parte degli studi cinematografici per ridurre il numero di lavoratori sui set.

“Stanno catturando le sembianze di attori e comparse per creare repliche digitali. E il problema non riguarda solo gli attori professionisti, ma anche persone comuni che lavorano come comparse. Non è giusto che non abbiano alcun controllo su come la loro immagine verrà usata in futuro. Almeno dovrebbero sapere esattamente cosa stanno firmando,”  ha affermato Maggi, evidenziando che spesso i contratti sottoposti agli extra sono formulati in modo complesso e di difficile comprensione.

Ma c’è di più: secondo Maggi, negli Stati Uniti le leggi tutelano maggiormente i lavoratori del cinema, mentre in Europa il fenomeno è ancora poco regolamentato, lasciando un enorme vuoto normativo.

Un caso esemplare è proprio quello di Gladiator 2. L’ufficio maltese per la protezione dei dati aveva avviato un’indagine sulle preoccupazioni sollevate dalle comparse, ma si è trovato presto in un vicolo cieco: i dati raccolti erano nelle mani di un’azienda britannica, quindi al di fuori della giurisdizione del GDPR europeo.

Advertisement

“Se queste aziende chiudono, che fine fanno i dati? Quali sono i limiti del loro utilizzo? Abbiamo già sentito di casi in cui le identità delle persone vengono rubate e riutilizzate in modi inaspettati,”  ha avvertito Maggi, lasciando intendere che la questione potrebbe avere conseguenze ben più gravi di quanto si pensi.

Invitato a intervenire dall’eurodeputato PN Peter Agius, Maggi ha lanciato un appello per la protezione dei professionisti creativi, sottolineando l’urgente necessità di normative più stringenti.

“Dobbiamo essere all’avanguardia nell’innovazione, ma senza sacrificare i diritti dei lavoratori e degli artisti,” ha dichiarato Agius, chiedendo alla Commissione Europea di verificare l’applicazione del GDPR e del recente AI Act  ai contratti di lavoro nel settore cinematografico.

“Avere delle leggi che non vengono applicate è del tutto inutile,”  ha aggiunto l’eurodeputato con tono deciso.

Anche l’eurodeputato laburista Alex Agius Saliba ha sostenuto questa posizione, sottolineando che l’Unione Europea deve garantire la protezione dei dati dei cittadini anche quando questi vengono utilizzati al di fuori dell’UE.

“Dobbiamo assicurarci che le autorità abbiano le risorse per tutelare i diritti degli artisti in questa nuova realtà digitale,”  ha affermato con fermezza.

Foto: European Parliament

Advertisement

Continue Reading