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Malta

Freeport è in trattative con i clienti mentre le linee di navigazione evitano il Mar Rosso, aggirando Malta

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È stato un inizio d’anno complicato per Malta Freeport.

Martedì Malta Freeport ha dichiarato di essere in trattativa con i clienti dopo che diverse compagnie di navigazione globali hanno deciso di dirottare le loro navi dal Mar Rosso, aggirando così anche il Mediterraneo e non facendo scalo a Malta.

La decisione è stata motivata da diversi attacchi alle navi da parte dei ribelli Huthi, al largo delle coste dello Yemen. Gli Huthi affermano di prendere di mira Israele e le navi collegate a Israele per spingere a fermare l’offensiva nella Striscia di Gaza, dove Israele sta combattendo contro i militanti di Hamas. Tuttavia, molte delle navi prese di mira non hanno alcun legame con Israele.

Malta Freeport fa affidamento soprattutto sulle navi portacontainer che arrivano a Malta direttamente dall’Estremo Oriente attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez e scaricano qui i loro carichi per poi spedirli su navi più piccole in diversi porti europei.

“Si tratta di una situazione straordinaria”, ha dichiarato in un comunicato l’amministratore delegato di Freeport Alex Montebello.

alcuni servizi riescono a transitare attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez e fanno scalo a Freeport, ma altri sono costretti a prendere una rotta alternativa che passa per il Capo di Buona Speranza ed evita completamente il Mediterraneo”.

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“La flessibilità è fondamentale in questo scenario in evoluzione e siamo in costante contatto con i nostri clienti.

“Servire i nostri clienti rimane la nostra massima priorità e stiamo facendo del nostro meglio per adattarci alle loro esigenze”.

Malta Freeport offre servizi a 115 porti in tutto il mondo – di cui più di 50 nel Mediterraneo – su 15 servizi principali e diverse rotte feeder gestite dalle principali compagnie di navigazione.

La situazione attuale ha complicato un inizio d’anno difficile per Malta Freeport, che ha visto anche l’entrata in vigore di un nuovo sistema di scambio di emissioni a livello europeo che richiede a tutte le navi al di sopra di una certa capacità di carico di acquistare “quote” di emissione per compensare il 40% delle loro emissioni di carbonio quando fanno scalo nei porti europei.

La Commissione europea descrive la tassa come una “pietra miliare” della sua politica di lotta al cambiamento climatico. Ma gli operatori del settore affermano che il sistema dovrebbe aggiungere milioni di costi annuali per i vettori a lungo raggio.

Montebello aveva avvertito che le regole avrebbero portato a un aumento dei costi di importazione ed esportazione, cosa confermata dall’azienda di logistica Express Trailers, che quest’anno ha aumentato i suoi prezzi.

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