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Malta

Colpo di scena a Dwejra: ribaltata la decisione sull’estensione della baracca

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Il colpo di scena a Dwejra: una decisione che sconvolge tutto! Il Tribunale per la Revisione Ambientale e Urbanistica ha ribaltato un’importante decisione urbanistica, concedendo il via libera per la regolarizzazione di un’estensione e modifiche su una storica baracca per imbarcazioni, costruita prima del 1967. Siamo a Dwejra, e la vicenda ha fatto parlare di sé, soprattutto perché l’Autorità per la Pianificazione aveva bloccato tutto in precedenza. Ma ora, grazie a un’incredibile vittoria, la partita è cambiata.

La baracca di Frank Frendo, un’icona del luogo, aveva già ottenuto un primo via libera con una domanda del 2017 (PA 2319/17), ma da allora Frendo ha eseguito ulteriori lavori. Non si è fermato, e nel 2022 ha presentato una nuova richiesta per regolarizzare ulteriori modifiche alla struttura di 42,6 metri quadrati, compresa un’estensione posteriore di 8,7 metri quadrati. Tuttavia, questa richiesta era stata brutalmente respinta.

La sua richiesta mirava ad approvare aggiunte e modifiche realizzate dopo il via libera precedente. Ma l’Autorità per la Pianificazione aveva detto no, citando violazioni agli obiettivi chiave del Piano Strategico per l’Ambiente e lo Sviluppo, pensato per proteggere le aree rurali da sviluppi abusivi e preservare le bellezze naturali del paesaggio.

A questo punto, Frank Frendo ha deciso di combattere. Insieme al suo avvocato, l’ex CEO di MEPA Ian Stafrace, ha sostenuto che le politiche e leggi erano state applicate male. Ha affermato con forza che l’estensione era “minima”  e posizionata strategicamente sul retro della baracca, nascosta dalle altre strutture vicine, realizzata con pietra invecchiata e legno, perfettamente in sintonia con l’architettura tradizionale del luogo.

Ma Frendo non si è fermato qui. Ha puntato il dito anche su altri esempi della zona, sottolineando come “altre baracche sono state ampliate e regolarizzate sotto il Piano d’Azione di Dwejra”.

L’Autorità non ha mollato facilmente, sottolineando che il sito in questione si trova in una zona protetta, facente parte della rete Natura 2000, e ha alzato il tono parlando di seri rischi ambientali. “Lo sviluppo potrebbe degradare il sito e creare un precedente pericoloso”, ha dichiarato, puntando il dito contro le discrepanze tra la configurazione approvata e i cambiamenti più recenti.

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Ma alla fine, nonostante tutte le obiezioni, il Tribunale ha deciso a favore di Frendo. Ha riconosciuto che l’estensione è “minore”, nascosta alla vista e “più bassa rispetto alle altre baracche vicine”. Soprattutto, ha stabilito che “non vi è alcun impatto negativo sull’ambiente” .

E non è tutto: il Tribunale ha anche rilevato che, sebbene l’estensione sia stata effettuata dopo l’emissione del permesso precedente, questo “non la rende automaticamente inaccettabile”. Ha inoltre preso in considerazione il contesto unico del sito, concludendo che “l’estensione è minima e non causa degradazione ambientale”.

Così, l’Autorità per la Pianificazione è stata obbligata a concedere il permesso di sviluppo entro 30 giorni, imponendo alcune condizioni standard e una tassa di 69,88 euro per metro quadrato di estensione. Come se non bastasse, una multa sarà imposta per la regolarizzazione del progetto, da pagare entro sei mesi prima del rilascio del permesso definitivo.

Foto: Google Maps
Immagine: PA’s MapServer.

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