Le più grandi opere di ingegneria edilizia che Malta può vantare si trovano senza dubbio nel regno del culto. Dai monumentali templi neolitici alle fabbriche di preghiera di Richard England, la storia dell’isola è stata costellata da grandi imprese di splendore architettonico,
la maggior parte delle quali sopravvive ancora oggi.
Peccato che nel 1693 le autorità ecclesiastiche abbiano demolito
in modo sconsiderato una di queste grandezze, la cattedrale siculo-normanna di Mdina. Malta si è privata delle sue Monreale e Cefalù.
Questa serie pittorica si basa prevalentemente sulla fotografia. La prima di oggi è la mia copia dall’Album di Gennadius conservato ad Atene. Mostra l’incompleta rotonda di Mosta,
intorno al 1856, con la lanterna non ancora costruita e la rampa di terra sul lato sinistro su cui i costruttori avrebbero trasportato le pietre sbozzate per coprire quella cupola assolutamente sorprendente, che si dice sia la terza più grande del mondo.
La maggior parte delle immagini mostra edificisacri dopo aver raggiunto uno stadio avanzato di costruzione. Gli architetti e gli ingegneri maltesi ricorrevano ancora a materiali e metodi di costruzione tradizionali ben collaudati, per lo più blocchi di calcare profilati, malta e la forza di gravità. Ma anche le innovazioni moderne iniziano a farsi sentire: la colossale chiesa parrocchiale di Paola si è affidata al cemento armato su larga scala. Oggi questa eccezione pionieristica ha superato la regola.
Alcune chiese eminenti e storiche hanno subito danni catastrofici che hanno richiesto massicci interventi di ricostruzione. A parte le guerre, tra le più colpite rimane la basilica di San Paolo, a Rabat, ora orgogliosa della sua terza cupola. Nel 1919, la cupola originale di Lorenzo Gafà fu rimodellata con l’aggiunta di una lanterna ma, nel 1924, un’epica tempesta fece crollare l’intera cupola. La cupola dovette essere ricostruita poco dopo con un progetto diverso.
Tutte le immagini provengono dalle collezioni dell’autore.