Malta ha registrato il più alto tasso di decessi causati dalla demenza in Europa, secondo i dati Eurostat pubblicati martedì, con poco più di 80 decessi ogni 100.000 persone nel 2020.
Si tratta di un tasso quasi doppio rispetto a quello registrato nel 2011, quando sono stati registrati 47,6 decessi ogni 100.000 persone.
Tuttavia, gli specialisti del settore avvertono che questi dati non possono essere presi al valore nominale per significare che l’incidenza della demenza è raddoppiata.
la “maggiore consapevolezza” può portare a un aumento delle segnalazioni
Charles Scerri, professore associato presso il Dipartimento di Patologia dell’Università di Malta e cofondatore e presidente della Malta Dementia Society, ha dichiarato al Times of Malta
che le ragioni alla base di questo aumento sono probabilmente complesse, ma potrebbero riflettere il “drammatico aumento della consapevolezza” della patologia negli ultimi dieci anni.
Secondo Scerri, la consapevolezza della demenza è aumentata sia tra il pubblico che tra i medici.
Questo potrebbe portare un maggior numero di medici a indicare la demenza come causa principale di morte, mentre in precedenza avrebbero indicato altre condizioni che spesso si sviluppano come conseguenza della demenza, come polmonite e setticemia.
Secondo Scerri, con la diffusione del dibattito pubblico sulla demenza e la normalizzazione della patologia, un maggior numero di persone ha iniziato a rivolgersi tempestivamente a un professionista, con conseguente aumento del tasso di diagnosi.
Un altro possibile fattore, secondo Scerri, è l’aspettativa di vita relativamente alta di Malta, che può portare a tassi di demenza più elevati rispetto ai Paesi con un’aspettativa di vita inferiore.
I dati sembrano confermare le opinioni di Scerri.
I Paesi che hanno registrato i tassi più alti di decessi causati dalla demenza, come Paesi Bassi, Svezia e Danimarca, sono Paesi sviluppati che hanno un alto grado di consapevolezza sulle diagnosi di demenza.
D’altro canto, il tasso più basso di decessi è stato registrato da alcuni dei Paesi più poveri dell’UE, tra cui Romania, Bulgaria e Polonia.
Nel frattempo, i dati mostrano un drammatico aumento del tasso di decessi legati alla demenza nella maggior parte dei Paesi, rispetto al 2011. Alcuni degli aumenti più elevati sono stati registrati in Germania, Lussemburgo, Lichtenstein e Austria.
Impatto devastante della COVID
Scerri ha anche sottolineato l’impatto devastante che la pandemia COVID-19 ha avuto sulle persone affette da demenza, con chiusure e chiusura di servizi di supporto essenziali che le hanno gettate in un “costante stato di confusione e ansia”.
Secondo Scerri, questi servizi erano un’”ancora di salvezza” per le persone affette da questa patologia, in quanto fornivano un’apprezzata routine e un legame con la normalità. La chiusura dei centri diurni e dei servizi di supporto ha esacerbato l’isolamento, con conseguenze disastrose per la loro salute mentale e fisica.
Questo non è un caso unico a Malta.
La demenza e l’Alzheimer sono risultate essere le condizioni preesistenti più comuni legate ai decessi causati dalla COVID-19 in Inghilterra e Galles, mentre secondo altri studi la demenza è responsabile di ben un quarto di tutti i decessi legati alla pandemia.