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Malta

Alex Dalli premiato dal governo nonostante le accuse: il mistero del suo ruolo in Libia

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Uno scandalo che ha sconvolto il paese, un rapporto dell’Ombudsman che parla di abusi sistematici, prigionieri umiliati, detenuti terrorizzati da agenti armati di manganelli e da un direttore che girava con una pistola. Eppure, nonostante le rivelazioni scioccanti, il governo continua a difendere Alex Dalli, l’uomo al centro di questa bufera, mantenendolo in un prestigioso incarico in Libia.

Il ministero dell’Interno, guidato da Byron Camilleri, non sembra avere dubbi: “Il paese trae beneficio dal lavoro di Dalli, soprattutto per quanto riguarda l’immigrazione irregolare”, ha dichiarato un portavoce al Times of Malta. Secondo il ministero, il ruolo di Dalli in Libia “si allinea alla sua esperienza precedente nelle Forze Armate di Malta e nelle missioni Frontex” . Insomma, nonostante le accuse e le testimonianze drammatiche, il governo lo considera ancora un uomo di fiducia.

Un carcere trasformato in un inferno

Il rapporto dell’Ombudsman e giudice in pensione Joseph Zammit McKeon ha portato alla luce un quadro agghiacciante del Corradino Correctional Facility (CCF) durante la gestione di Dalli tra il 2018 e il 2021.

I detenuti parlano di un sistema basato sulla paura, dove “qualsiasi mezzo” era accettabile per mantenere l’ordine. Le testimonianze parlano di celle di isolamento usate come punizione, di detenuti terrorizzati da agenti armati di manganelli e dallo stesso Dalli, che si aggirava tra i corridoi con una pistola. Uno dei detenuti ha descritto il carcere come “una fabbrica del male” .

Ma non è tutto. Il rapporto rivela episodi di violenza e umiliazione inauditi: un gruppo di migranti sarebbe stato costretto a inginocchiarsi ammanettato, intimorito da un cane e poi colpito con un getto d’acqua. Altri testimoni raccontano di guardie carcerarie che si divertivano a deridere i detenuti con battute razziste.

In quegli anni, quattordici detenuti hanno perso la vita, molti per suicidio. L’Ombudsman ha sottolineato che se ai giornalisti fosse stato permesso di entrare nel carcere, “molte di queste situazioni spiacevoli si sarebbero potute evitare o quantomeno attenuare”.

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Rimosso, ma subito riciclato dal governo

Nel 2021, sotto la crescente pressione dell’opinione pubblica, il ministro Byron Camilleri ha rimosso Alex Dalli dal suo incarico di direttore delle prigioni. Ma il suo allontanamento è durato ben poco.

Il governo, invece di licenziarlo, lo ha premiato con un nuovo incarico come rappresentante speciale in Libia, garantendogli uno stipendio di almeno 97.490 euro all’anno .

Il suo attuale ruolo? Un mistero. Secondo il governo, fa parte del Malta-Libya Coordination Centre , un organismo che si occupa di sicurezza nazionale e immigrazione. Ma i dettagli del suo lavoro restano avvolti nel segreto.

Silenzio e imbarazzo

Il Times of Malta  ha chiesto al ministero dell’Interno se, alla luce del devastante rapporto dell’Ombudsman, il governo stia considerando di rimuovere Dalli dal suo incarico in Libia. Ha chiesto anche se il ministro Camilleri ritenga ancora di poterlo difendere, e se mantenere Dalli in un ruolo di fiducia non lanci un messaggio sbagliato.

La risposta? Un silenzio assordante. Il ministero si è limitato a elencare una serie di miglioramenti nel sistema carcerario introdotti dopo la partenza di Dalli, come la creazione di un ufficio per il benessere dei detenuti, programmi di reinserimento e nuove strutture per le visite familiari. Ma nessuna parola su Dalli.

La rabbia dell’opposizione e della società civile

La reazione della società civile è stata immediata. L’ONG Repubblika  ha chiesto le dimissioni di Camilleri, mentre il partito verde ADPD ha fatto un passo ancora più drastico, chiedendo l’arresto immediato di Alex Dalli.

Sandra Gauci, leader dell’ADPD, ha lanciato un duro attacco alla polizia: “Davvero dobbiamo dirglielo noi? Serve che un magistrato glielo scriva nero su bianco?”.

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Anche Ralph Cassar, segretario generale dell’ADPD, ha condannato la mancanza di azione: “Abbiamo dovuto aspettare il rapporto dell’Ombudsman per confermare ciò che i giornalisti denunciano da anni” .

L’ONG Repubblika  ha rincarato la dose, accusando il governo di voler proteggere Dalli e altri funzionari dalle conseguenze legali delle loro azioni. Sotto una nuova riforma proposta dal governo, solo le prove ammissibili in tribunale potranno essere usate per avviare un’indagine magistrale, escludendo così articoli di giornale e inchieste giornalistiche. Inoltre, chiunque voglia chiedere un’inchiesta dovrà prima presentare denuncia alla polizia e attendere sei mesi.

“Non solo la polizia non ha mai indagato su Dalli e gli altri funzionari carcerari, ma il ministro Camilleri lo ha persino promosso”, ha denunciato Repubblika .

Camilleri sotto assedio

Il Partito Nazionalista non ha risparmiato critiche. Il leader Bernard Grech ha accusato Camilleri di aver trasformato il Ministero della Sicurezza Nazionale in un “Ministero dell’Insicurezza Nazionale e del Trattamento Disumano” .

“Camilleri ha difeso Dalli per anni, nonostante le continue denunce. Questo non è un episodio isolato, ma l’ennesimo scandalo che lo coinvolge” , ha dichiarato Grech.

Ma il Partito Laburista ha respinto le richieste di dimissioni, definendole “un attacco dell’ala estremista del PN”. Secondo il PL, il governo “ha fornito alle forze dell’ordine le migliori condizioni della storia”, facendo di Malta uno dei “dieci paesi più sicuri al mondo” e avviando “un’importante serie di riforme carcerarie” .

Nonostante le polemiche, il governo sembra deciso a non toccare né Camilleri né Dalli. Ma fino a quando l’opinione pubblica rimarrà in silenzio?

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Grafica: Christian Busuttil

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