L’altalenante storia della lingua italiana a Malta parte da molto lontano.
I Normanni conquistarono l’isola nel 1091 e adottarono inizialmente il latino come lingua amministrativa, mentre il siciliano veniva utilizzato come lingua di cultura.
Con l’arrivo dei Cavalieri Gerosolimitani nel 1530, la situazione linguistica a Malta cambiò drasticamente. Prima del loro arrivo, le lingue di cultura erano il latino e il siciliano, in un rapporto di diglossia a tre membri. Il maltese veniva usato esclusivamente nel parlato , il latino era solo scritto, mentre il siciliano occupava una posizione intermedia fra l’acroletto e il basiletto poiché nella sua varietà cancelleresca veniva adoperato regolarmente nei documenti d’interesse locale, per esempio negli atti dell’università (il comune dell’isola), ed era frequente sia nella conversazione dotta sia in quella quotidiana delle famiglie nobili e dell’alta borghesia, grazie ai matrimoni misti con persone di origine siciliana.
L’Ordine di San Giovanni utilizzava il latino come lingua ufficiale, ma si usava regolarmente il volgare toscano che nel corso degli anni si rafforzò sempre di più a danno del siciliano, al punto da diventare la lingua di cultura dell’isola.
Quando Malta divenne una colonia britannica nel 1813, l’italiano continuò a mantenere il suo status di lingua erudita dell’arcipelago. Tuttavia, nel 1934, l’italiano fu abolito come lingua ufficiale a causa della possibile annessione di Malta all’Italia, per tutelarsi vista l’associazione dell’italiano al regime fascista , i britannici decisero di sostituirla gradualmente con l’inglese.
Oggi , l’italiano è stata la terza lingua più parlata a Malta, circa il 66% dei maltesi lo sa parlare e l’8% dei maltesi preferisce usarlo al posto delle lingue ufficiali. Nonostante i legami tra i due paesi la lingua italiana sta perdendo terreno tra i giovani maltesi, complici l’avvento delle tv private ma ancor di più i contenuti web e social.
