“Il Governo deve incrementare le risorse per il servizio sanitario nazionale e assicurare che entro il 2028 il finanziamento annuale raggiunga almeno il 7,5% del PIL!”
È l’appello accorato lanciato dal Gruppo di AVS alla Camera, attraverso un ordine del giorno presentato dalla capogruppo Luana Zanella.
La Zanella sottolinea l’urgenza di superare i gap territoriali nella prevenzione e cura: “L’autonomia differenziata minaccia l’equità orizzontale della sanità e l’accesso uniforme ai servizi sul territorio nazionale, nonostante le iniziative del presidente veneto Luca Zaia.”
Secondo le valutazioni del CREA (Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità), il 6,1% delle famiglie italiane è in povertà sanitaria, con una disparità evidente tra Nord e Sud del Paese. Nel Mezzogiorno, la povertà sanitaria colpisce l’8% delle famiglie, il doppio rispetto al 4% del Nord-Est (5,9% nel Nord-Ovest e 5% al Centro). Inoltre, il Mezzogiorno presenta le peggiori condizioni di salute, secondo gli indicatori BES (Benessere Equo e Sostenibile).
Nel 2022, l’aspettativa di vita alla nascita nel Sud era di 81,7 anni, inferiore di 1,3 anni rispetto al Centro e al Nord-Ovest, e di 1,5 anni rispetto al Nord-Est. Questo divario è aumentato nel tempo, aggravando ulteriormente la situazione. Anche i tassi di mortalità evitabile, causati da carenze nell’assistenza sanitaria e nella prevenzione, sono più elevati nel Sud. Il tasso di mortalità per tumore tra gli uomini è di 9,6 per 10.000 abitanti nel Sud, rispetto a circa 8 nel Nord. Per le donne, il divario è aumentato: 8,2 per 10.000 abitanti nel Sud contro meno di 7 nel Nord, mentre nel 2010 i tassi erano simili.
Il Governo è chiamato a rispondere a queste disuguaglianze con interventi mirati e finanziamenti adeguati, per garantire a tutti i cittadini italiani un accesso equo e uniforme alla sanità.