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La nuova Legge sui Professionisti dell’Insolvenza del 2022

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Una riforma molto recente e importante nel campo dell’insolvenza delle imprese è stata approvata nel dicembre 2022. Si tratta della Legge sui Professionisti dell’Insolvenza del 2022 , Legge n. XXV del 2022, il cui obiettivo è descritto come “provvedere alla trasposizione della Direttiva (UE) 2019/1023, e regolare l’amministratore di insolvenza, e prevedere disposizioni accessorie o incidentalmente ad essa connesse”. Di seguito, verrà esaminata brevemente questa legge e verranno evidenziate determinate questioni.

La Legge sui Professionisti dell’Insolvenza del 2022

La Legge sui Professionisti dell’Insolvenza del 2022 è composta da 29 articoli, introduce la nuova professione di Amministratore di Insolvenza (o IP) e mira a trasporre parzialmente la Direttiva UE 2019/1023. La legge impone un nuovo quadro normativo per gli IP. Alcuni elementi e implicazioni della nuova legge sono piuttosto sorprendenti.

Una nuova Autorità

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Il nuovo Servizio di Insolvenza e Liquidazione istituito presso il Registro delle Imprese di Malta è l’autorità competente per l’attuazione di questa nuova legge e regolamenta le attività degli amministratori di insolvenza. La legge conferisce all’autorità competente ampi poteri discrezionali, che fanno parte del sempre più ampio Registro delle Imprese di Malta. La legge descrive un elenco di poteri assegnati all’autorità competente, che includono i poteri di autorizzare, supervisionare e regolamentare, garantire che gli IP ricevano una formazione adeguata continua, effettuare indagini, affrontare casi di “comportamento professionale scorretto“, diffondere informazioni pubbliche, fornire consigli e informazioni al Ministro e pubblicare una relazione annuale sulle proprie attività. Descrive anche le informazioni che gli IP devono inviare all’autorità competente.

Conferisce inoltre all’autorità competente i poteri di “pubblicare linee guida sull’interpretazione di questa legge, nonché su eventuali regolamenti e direttive”. L’autorità competente ha il potere di effettuare ispezioni in loco, nominare esperti, imporre sanzioni amministrative, commissionare studi e scambiare informazioni con le autorità competenti all’estero per emettere ordini di cessazione e desistere e pubblicare dichiarazioni pubbliche.

La nuova unità ha ricevuto poteri molto superiori al suo status. Questi poteri discrezionali sono paragonabili a quelli assegnati alla MFSA. Un’altra causa di preoccupazione sono i vasti poteri di intervento conferiti al Ministro, un fatto che potrebbe comprometterne l’indipendenza.

In effetti, ci si potrebbe chiedere se gli IP meritino davvero questo esteso e invasivo nuovo strato di regolamentazione e supervisione, considerando che la maggior parte dei professionisti probabilmente sarebbe già membro di professioni regolamentate: avvocati, commercialisti e revisori contabili.

Queste tre classi di professioni sono esplicitamente indicate come idonee per l’autorizzazione; e sono le stesse tre menzionate nella Legge sulle Società. Quindi, cosa c’è di veramente nuovo qui?

Una nuova autorizzazione

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L’articolo 3 richiede a un amministratore di insolvenza di richiedere e ottenere un’autorizzazione specifica dall’autorità competente e descrive le qualifiche richieste e i criteri di disqualifica. L’articolo 4 descrive le funzioni che un IP autorizzato può svolgere. Queste includono agire in vari incarichi previsti nella Legge sulle Società.

Questo articolo è abbastanza chiaro? Quando dice che un IP può agire come “liquidatore, controllore speciale, amministratore o responsabile speciale ai sensi della Legge sulle Società”, significa che questi incarichi possono d’ora in poi essere ricoperti solo da un IP? La stesura sembra inadeguata. Sembra implicare che l’autorizzazione IP sia ora obbligatoria e che la Legge sulle Società sia stata tacitamente emendata.

Il lato negativo di questo nuovo quadro normativo è che sempre più poteri e discrezioni vengono assegnati agli enti governativi, mentre sempre più obblighi burocratici, oneri amministrativi e costi vengono imposti ai professionisti.

Allo stesso modo, i professionisti devono fornire sempre più informazioni. Fortunatamente, una serie di classi di controversie possono essere deferite al Tribunale di Revisione Amministrativa, da cui può essere presentato un appello alla Corte di Appello.

La Legge sulle Società

La relazione tra la nuova legge e la Legge sulle Società merita un’analisi più approfondita. La legge sembra lasciare almeno in parte senza risposta la relazione con il Controllore Speciale nell’ambito delle Procedure di Recupero delle Società e i liquidatori autorizzati e nominati ai sensi della Legge sulle Società. La Legge del 2022 modifica tacitamente la Legge sulle Società e questa è davvero la giusta via da seguire? Bisogna distinguere tra il ruolo di un IP e un liquidatore, e il ruolo e le funzioni del controllore speciale nominato nell’ambito della Procedura di Recupero Speciale. Sembra, almeno a una prima lettura, che le disposizioni di questa nuova legge sovrastino quelle della Legge sulle Società; questa non è una situazione ideale.

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Diritto penale

Agire come IP senza licenza costituisce un reato penale. È anche un reato penale quando un IP svolge male il suo lavoro. È un reato penale punibile con un minimo di tre mesi di carcere per l’omissione di fornire le informazioni richieste all’autorità competente.

La violazione dei doveri professionali è punita penalmente con un massimo di cinque anni di reclusione e una multa di 60.000 euro. Il ricorso al diritto penale in questi casi è controverso, fuorviante e dovrebbe essere rivalutato.