Lavoratori in uno Starbucks a Manhattan, New York. Il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha dichiarato che l’economia statunitense ha aggiunto 353.000 posti di lavoro a gennaio, mantenendo il tasso di disoccupazione al 3,7%. Foto: AFP
L’ultimo trimestre del 2023 è stato positivo per gli investitori, in quanto caratterizzato da un forte rally in quasi tutte le asset class da noi seguite. Poiché la narrativa sulla disinflazione ha continuato a guadagnare trazione, gli investitori sono diventati più fiduciosi sul fatto che l’inflazione possa tornare vicino all’obiettivo evitando una recessione, il cosiddetto scenario di soft-landing.
Inoltre, la Federal Reserve (Fed) ha assunto un tono più dovish e a dicembre le proiezioni del Federal Open Market Committee (FOMC) indicavano tre tagli dei tassi nel 2024. Il FOMC è apparso più tranquillo per i progressi compiuti nel riportare l’inflazione verso l’obiettivo.
Il rendimento di un tipico 60/40 (60% indice STOXX 600 e 40% in obbligazioni sovrane europee) ammonta a un totale del 12,1% nel 2023, con un rendimento del 5,1% a novembre e del 3,7% a dicembre. Questo dato mette in evidenza quanto le buone notizie siano già state prezzate, ma anche quanto i mercati finanziari possano essere suscettibili a uno shock dei tassi.
Nonostante il FOMC abbia previsto tre tagli dei tassi per il 2024 a dicembre, il mercato si aspettava circa 140 pb di tagli dei tassi o sei tagli di 25 pb ciascuno. La divergenza tra le proiezioni della banca centrale e quelle del mercato era molto ampia, il che significava che la volatilità dei tassi sarebbe rimasta elevata.
La performance delle asset class nel gennaio 2024 è stata relativamente mista, con un rendimento di un portafoglio 60/40 pari allo 0,7%, il più basso dall’ottobre 2023. All’interno delle classi di attività, l’azionario europeo (1,5%), l’High Yield europeo (0,5%) e il credito investment grade europeo (0,1%) hanno generato un rendimento positivo a gennaio.
All’estremo opposto, le obbligazioni sovrane europee (-0,5%) hanno generato un rendimento negativo. Questa performance è stata determinata da una combinazione di dati economici più solidi e da una certa resistenza dei banchieri centrali alle aspettative di taglio dei tassi di mercato, che hanno pesato sul rendimento del mercato sovrano.
La sovraperformance dell’economia statunitense rispetto alle altre economie dei mercati sviluppati si è protratta più a lungo del previsto. La crescita economica nel quarto trimestre del 2023 ha superato anche le previsioni più ottimistiche (anche se forse guidata dalla maggiore volatilità del mercato azionario). La spesa personale è aumentata dello 0,7% su base mensile a dicembre, rispetto allo 0,4% del mese precedente.
Ciò suggerisce che la spesa dei consumatori è rimasta solida alla fine dell’anno, sostenuta da bilanci sani delle famiglie. Il tasso di risparmio del 3,7% a dicembre è inferiore alla media pre-pandemia del 6,2% (dal 2015 al 2019), ma è ben al di sopra dei minimi visti a giugno 2022 (2,7%). Storicamente, le famiglie hanno cercato di riportare il tasso di risparmio a un livello medio di lungo periodo, in modo da avere fondi disponibili per i giorni di pioggia.
In Cina si è speculato su possibili annunci di stimolo per aiutare a sostenere l’economia
Tuttavia, il contesto economico statunitense rimane forte e, soprattutto, il mercato del lavoro è solido, riducendo la probabilità di disoccupazione. Anche il rapporto sull’occupazione di gennaio negli Stati Uniti è stato molto forte, con l’aggiunta di nuovi posti di lavoro quasi raddoppiata rispetto alle previsioni di consenso e un leggero calo della disoccupazione.
All’estremo opposto, l’economia europea ha continuato a ristagnare, pur sfuggendo a una recessione tecnica in base alla prima pubblicazione del dato sul PIL del quarto trimestre 2023. L’Italia e la Spagna hanno superato la Francia e la Germania, e questo sembra essersi confermato anche a gennaio.
L’indice dei responsabili degli acquisti (PMI), generalmente considerato un indicatore anticipatore dell’attività economica, è rimasto in territorio di contrazione in Germania e Francia, ma in territorio di espansione in Spagna e Italia. Il deterioramento dei fondamentali economici della Cina ha senza dubbio pesato sul settore manifatturiero europeo negli ultimi mesi.
Ci sono state molte speculazioni su possibili annunci di stimoli significativi in Cina per aiutare a sostenere l’economia, ma finora non si sono concretizzati.
L’impatto sui mercati è stato un calo delle aspettative di taglio dei tassi, da circa 140 pb a fine dicembre a circa 99 pb il 5 febbraio, il che equivarrebbe a quattro tagli dei tassi di 25 pb ciascuno. Ciò ha portato i rendimenti dei mercati sovrani a salire, con il Treasury USA a 10 anni che rendeva il 4,0% il 2 febbraio rispetto al 3,9% di fine dicembre. Ciò ha indubbiamente pesato sulla performance dei mercati obbligazionari e del credito.
Il contesto è stato tuttavia più favorevole per le azioni, in quanto la minore probabilità di recessione è generalmente favorevole a questa classe di attivi. I titoli growth hanno registrato una notevole sovraperformance quest’anno: i titoli growth europei sono saliti del 3,3% rispetto al -0,8% dei titoli value europei. La sovraperformance è stata ancora più pronunciata negli Stati Uniti, il che probabilmente implica che gli utili del quarto trimestre dovranno superare in modo significativo le aspettative per evitare un pullback.
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