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Inflazione USA alle stelle: aumenti inaspettati mettono sotto pressione le famiglie

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L’inflazione negli Stati Uniti ha sorpreso tutti, schizzando oltre le previsioni, e non c’è da meravigliarsi se le famiglie americane stanno sentendo il peso di aumenti inaspettati. Con una crescita dell’inflazione che ha raggiunto il 3% a gennaio – il dato più alto degli ultimi sei mesi – la causa principale di questa impennata è il balzo dei prezzi delle uova e dell’energia. Una botta diretta al portafoglio degli americani, che si trovano a fronteggiare un aumento dei costi in un periodo in cui la paura del caro vita è già ben presente.

Quando gli economisti hanno visto arrivare i dati di gennaio, si aspettavano un quadro relativamente stabile, con pochi cambiamenti rispetto ai numeri di dicembre. E invece? Una sorpresa sconcertante: aumenti pesanti in vari settori, che hanno messo in allarme anche i più ottimisti. Il risultato? L’inflazione è tornata a farsi sentire, con effetti che rischiano di complicare la vita economica di milioni di persone.

E non finisce qui. Il presidente Donald Trump, che aveva promesso di ridurre i prezzi e alleggerire il carico fiscale degli americani, ora si trova ad affrontare un paradosso. Le tariffe pesanti e le politiche economiche che dovevano far risparmiare stanno invece facendo lievitare i costi, gettando ombre sulle sue promesse elettorali. E se l’inflazione non si arresta, le sue politiche rischiano di compromettere obiettivi cruciali per la sua amministrazione, come i tanto attesi tagli fiscali che potrebbero, in realtà, sovraccaricare un’economia già fragile. Senza contare i rischi di una carenza di manodopera, che potrebbe scatenarsi a causa delle deportazioni massicce di immigrati irregolari, aumentando ulteriormente i costi per le imprese.

Ma fuori dagli Stati Uniti, c’è chi riesce a tirare un sospiro di sollievo. Il Regno Unito ha registrato una crescita inaspettata nell’ultimo trimestre del 2024, dando nuova speranza a una economia che sembrava arenata. I dati ufficiali rivelano che l’economia britannica è cresciuta dello 0,1% nel quarto trimestre, una boccata di ossigeno dopo una lunga fase di stagnazione. Ma c’è di più: la crescita annuale ha toccato l’1,4%, un passo avanti rispetto alla crescita rivista dell’1% registrata nei tre mesi precedenti. Un segnale positivo che sembra alleggerire la pressione sul Cancelliere Rachel Reeves, che si trovava a fronteggiare mesi di incertezze.

E in Europa? L’area euro dà segni di ripresa, con un’inattesa crescita della fiducia tra gli investitori. A febbraio, infatti, l’Indice di Fiducia degli Investitori dell’Eurozona è salito a -12,7, migliorando sensibilmente rispetto ai -17,7 di gennaio. Il report di Sentix suggerisce che, nonostante le minacce di dazi, l’economia della zona euro stia lentamente cercando di risollevarsi. “L’economia nell’Eurozona sta cercando di emergere dalla crisi. Sebbene i valori dei ‘primi indicatori’ siano ancora fermi a -12,7 punti, l’incremento di quattro punti è un segnale positivo. Le aspettative, in particolare, sono incoraggianti, suggerendo che un po’ più di fiducia è possibile,”  recita il report, lanciando un messaggio di speranza per i prossimi mesi.

Foto: Brandon Bell/Getty Images via AFP

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