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Il Parlamento UE approva una direttiva CSDD “annacquata”

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La direttiva CSDDD, chiamata anche CS3D, rende le aziende legalmente responsabili per le violazioni dell’ambiente e dei diritti umani all’interno della loro catena di fornitura.

Questa settimana, il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sulla dovuta diligenza per la sostenibilità delle imprese, facendo un passo avanti verso la sua adozione formale da parte dell’Unione europea.

La direttiva CSDDD, chiamata anche CS3D, rende le aziende legalmente responsabili per le violazioni dell’ambiente e dei diritti umani all’interno della loro catena di fornitura, stabilendo uno standard di due diligence aziendale sulle questioni di sostenibilità per le imprese che operano nell’UE.

La direttiva è stata approvata dopo essere stata notevolmente attenuata rispetto alla proposta iniziale, che inizialmente si applicava alle aziende con un minimo di 500 dipendenti e un fatturato di 150 milioni di euro.

In realtà, in seguito a forti pressioni politiche, soprattutto da parte della Germania, la soglia è stata innalzata e applicata solo alle aziende con almeno 1.000 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro.

I nuovi requisiti di due diligence non si applicano solo alle azioni dirette delle aziende, ma anche alle loro filiali e alla catena di approvvigionamento. Le aziende con sede nell’UE, così come le aziende extra-UE che svolgono attività commerciali nell’UE, potrebbero diventare responsabili per le azioni dei loro fornitori.

“Sfortunatamente, la nuova direttiva è una versione di compromesso notevolmente attenuata rispetto a quella proposta inizialmente e si applicherà a un numero molto inferiore di aziende. Quella che era stata annunciata con entusiasmo come una nuova e coraggiosa iniziativa a livello europeo a favore della corporate governance, della sostenibilità aziendale e della due diligence, oggi non è più così grandiosa. Non è la svolta che i suoi sfortunati redattori e molti cittadini dell’UE si aspettavano”, afferma il dottor David Fabri, docente di diritto societario.

Si prevede che questa direttiva avrà un impatto soprattutto su settori come l’industria manifatturiera, la vendita all’ingrosso di prodotti tessili, gli alimenti e le bevande, l’agricoltura, la silvicoltura, la pesca e le industrie estrattive.

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