
Due uomini sarebbero stati coinvolti nell’alterco perché la vittima si è rifiutata di lasciare il locale quando le è stato chiesto. Foto d’archivio: Shutterstock
A un dipendente di un negozio di kebab che avrebbe preso a pugni un cliente ubriaco che si era rifiutato di andarsene, facendolo finire in condizioni critiche, è stata concessa la libertà su cauzione dopo l’udienza di oggi.
Fawzi Khalifa, figlio ventenne del proprietario di un negozio di kebab egiziano, è stato arrestato in quanto sospettato di essere il responsabile del violento incidente che ha portato la vittima, un cittadino ucraino di 45 anni, a perdere i sensi in Triq Gulju a St Paul’s Bay.
Il presunto aggressore è stato accusato martedì di aver causato alla vittima gravi ferite che l’hanno lasciata in condizioni critiche e di aver violato volontariamente la quiete pubblica durante l’incidente avvenuto intorno alle 22.00. Si è dichiarato non colpevole delle accuse.
Si è dichiarato non colpevole delle accuse.
Il suo team di difesa ha sostenuto che la presunta vittima, che in quel momento era fortemente ubriaca, si era rifiutata di lasciare il negozio quando l’imputato glielo aveva chiesto.
A quel punto è scoppiata una discussione.
L’imputato avrebbe colpito con un pugno l’uomo ubriaco, che è caduto a terra.
Il ferito è stato trasportato in ambulanza all’ospedale Mater Dei e ricoverato in terapia intensiva. Nel frattempo è stato trasferito dall’unità di terapia intensiva, è stato detto alla corte.
Gli avvocati dell’imputato hanno chiesto la libertà su cauzione, sostenendo che le ferite riportate dalla presunta vittima sono state parzialmente causate dalla caduta.
Alla corte è stato detto anche che il livello di alcol nel sangue della vittima era di 307 mg/dl.
Dopo aver ascoltato le argomentazioni sulla cauzione, la corte, presieduta dal magistrato Nadine Sant Lia, ha accolto la richiesta a fronte di una cauzione di 3.000 euro, una garanzia personale di 7.000 euro e la firma giornaliera del libretto di cauzione.
Il tribunale ha inoltre emesso un ordine di protezione nei confronti della vittima, intimando all’imputato di non avvicinarsi a nessuno dei testimoni dell’accusa, compresa la presunta vittima.
Gli avvocati dell’AG, Maria Meilaq Schembri e Claire Sammut, hanno condotto l’accusa insieme all’ispettore Bernard Charles Spiteri.
Gli avvocati Mario Mifsud, Nicholas Mifsud, Alfred Abela e Rene’ Darmanin erano i difensori.