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Malta

Tragedia nel Mediterraneo: bambini tra le vittime e dubbi su Malta

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Una tragedia sconvolgente si è consumata nelle acque della zona SAR di Malta, dove un naufragio ha spezzato vite innocenti e lasciato un segno indelebile su chi è riuscito a sopravvivere. Diciassette persone sono state salvate, ma il destino è stato crudele con altre, inclusi due bambini. “Abbiamo trovato persone in acqua, tra cui un bimbo piccolo che era già morto. Diverse persone sono annegate sotto i nostri occhi mentre cercavamo di salvarle” , ha rivelato l’organizzazione tedesca Sea Punks in un post su Facebook, descrivendo una scena da incubo.

Il loro team di soccorso è arrivato sul posto alle sette del mattino di domenica, trovando decine di naufraghi in balia del mare. “La situazione era estremamente critica, con persone alla deriva su entrambi i lati della nave, sempre più disperse” , hanno spiegato. Nonostante l’uso di tutte le attrezzature disponibili, molte vite sono sfuggite dalle loro mani. Medici e soccorritori hanno lottato per rianimare due bambini con manovre di rianimazione cardiopolmonare. Uno di loro ce l’ha fatta, ma per l’altro non c’è stato nulla da fare.

L’episodio, avvenuto 53 miglia nautiche al largo di Lampedusa, ha visto la Guardia Costiera Italiana prendere in carico i 15 superstiti rimasti e i corpi dei due bambini, segnando l’epilogo di un’operazione drammatica.

Ma il dramma non finisce qui. Il giorno precedente, Sea Punks aveva già individuato un’altra imbarcazione in difficoltà, una barca in vetroresina con 41 persone a bordo, tra cui cinque donne e sei bambini. L’imbarcazione, alla deriva a nove miglia dal confine della zona SAR italiana, si trovava chiaramente nelle acque di competenza di Malta. “Abbiamo contattato più volte le autorità maltesi, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta” , ha dichiarato l’organizzazione.

Il caso solleva ancora una volta interrogativi sul ruolo e le responsabilità di Malta nella gestione della sua vasta zona SAR, che si estende su un’area di circa 250.000 chilometri quadrati, pari alla superficie del Regno Unito. Questa enorme area, nonostante le difficoltà di controllo, viene mantenuta per i suoi vantaggi economici, come i proventi del traffico aereo, i diritti di pesca e le opportunità di esplorazione petrolifera. Tuttavia, le accuse di inadempienza non sono nuove.

Nel 2018, l’allora ministro italiano Danilo Toninelli aveva accusato Malta di non essere all’altezza del compito e invitato il Paese a cedere parte della sua SAR all’Italia. “Malta riceve ingenti fondi pubblici per sorvegliare questa zona, anche se di fatto è pattugliata da navi italiane. Se i maltesi non sono capaci, lo dicano, modifichino l’area e noi ce ne occuperemo, insieme ai fondi”, aveva dichiarato. Le sue parole furono respinte dal governo maltese come “un attacco frivolo e infondato alla sovranità del Paese”.

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Sea Punks, intanto, continua a chiedere risposte e azioni concrete. Domande sulle responsabilità e sulla gestione delle due emergenze sono state inoltrate alle Forze Armate di Malta nella mattinata di lunedì.

Foto: Sea Punks/Facebook

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