Un caso che ha fatto scalpore nella tranquilla comunità di San Ġwann: una coppia ha deciso di ritirare i propri figli dalla scuola elementare St Clare College Primary School dopo aver scoperto che il nuovo insegnante del loro bambino, Stefan Vassallo, è gay. Una decisione che, a loro dire, deriva da “valori cristiani personali” e che ha scatenato polemiche sull’inclusività e la discriminazione.
Venerdì, i genitori si sono messi in contatto con il personale della scuola per avere informazioni sull’insegnante assegnato al figlio. Hanno spiegato di essere una “famiglia conservatrice” e di rispettare tutti, ma di non volere che i propri figli “si mescolino con persone che non sono eterosessuali”.
Una frase che non solo ha lasciato il corpo docente senza parole, ma ha anche suscitato una riflessione profonda su pregiudizi che sembravano superati.
La scuola, mostrando fermezza, ha rifiutato di cambiare l’insegnante, costringendo i genitori a cercare un’altra istituzione che rispecchi le loro esigenze. “Non accetto che insegni ai miei figli, anche se non ho nulla contro di lui personalmente,”
ha dichiarato la madre, sottolineando che la scelta è dettata dalla necessità di offrire ai figli un ambiente che ritengono “più sano”.
Stefan Vassallo, un insegnante con un decennio di esperienza, si è detto sconvolto dall’accaduto. “Non avrei mai pensato che la mia sessualità sarebbe diventata un problema per svolgere il mio lavoro,” ha spiegato con amarezza. Nonostante sia un convinto sostenitore dell’inclusione LGBTIQ+ nel sistema educativo, Vassallo ammette di essere spesso costretto a “smorzare” la propria personalità per evitare controversie. “Sono fortunato a lavorare in una scuola dove mi sento supportato, ma quello che è successo mi ha ferito profondamente,”
ha confessato.
Dopo l’accaduto, Vassallo ha deciso di scrivere una lettera ai genitori per spiegare quanto sia dannoso perpetuare atteggiamenti di esclusione. “L’idea che i bambini debbano essere tenuti lontani da individui LGBTQ+ è profondamente dannosa, non solo per la parte della società esclusa, ma anche per i bambini stessi, che assorbono visioni stigmatizzanti,” ha scritto. “Insegnare ai bambini a temere o escludere gli altri non è protezione: è un tentativo di limitare la loro visione del mondo e la loro capacità di sviluppare empatia e rispetto.”
L’episodio ha risvegliato in Vassallo sentimenti di vergogna con cui aveva lottato in passato. “Chiedo a queste persone di riflettere sul danno che stanno causando. Mi piace credere che non sia intenzionale, ma è giunto il momento di riconoscerne gli effetti,” ha aggiunto, sottolineando che il suo compito è quello di garantire un ambiente sicuro e inclusivo per tutti gli studenti, a prescindere dalla loro identità o provenienza.
Vassallo ha ricordato un episodio avvenuto l’anno scorso, quando una docente fu criticata per aver decorato l’aula con un arcobaleno. “Questa ignoranza porta solo paura, ed è il nostro dovere come educatori contrastarla,” ha dichiarato con fermezza. “L’inclusione LGBTIQ+ non significa indottrinare, ma normalizzare la diversità, affinché i bambini crescano liberi da stereotipi e pregiudizi.”
Nonostante l’ondata di polemiche, l’insegnante ha concluso la sua lettera con un messaggio di speranza: “Tutti i bambini e gli educatori meritano un sistema scolastico che permetta loro di crescere in un ambiente sicuro, inclusivo e accogliente.”
Foto: [Archivio Times of Malta]