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Calcio

Premier League: che fine faranno gli allenatori inglesi?

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Gary O’Neil è stato licenziato dai Wolverhampton Wanderers e ora il numero di allenatori inglesi in Premier League si è ridotto a due: Eddie Howe al Newcastle United e Sean Dyche all’Everton.

E quanto durerà Dyche? L’acquisizione dell’Everton da parte del Friedkin Group accende sospetti: “gli americani preferiscono allenatori con cognomi esotici e affascinanti” , e Sean Dyche potrebbe non rientrare nei loro piani.

La Premier League sembra avere un’avversione per i tecnici di casa.  Nei campionati europei i numeri sono chiari: 16 italiani in Serie A, 15 spagnoli in Liga, 9 tedeschi in Bundesliga, 10 francesi in Ligue 1. In Inghilterra, invece, gli allenatori inglesi sono appena il 10% del totale.

Un decennio fa, la Football Association si era impegnata a coltivare nuovi tecnici inglesi per riportarli ai vertici. “Piani grandiosi” , verrebbe da dire, se non fosse che allora gli allenatori inglesi in Premier erano sei e oggi sono appena due: Eddie e Sean.

“Almeno la FA ha dato il buon esempio affidando la guida della nazionale a un tecnico inglese…”  Beh, lasciamo perdere.


Alcuni calciatori nascono per essere fedeli a una sola squadra. Altri, invece, hanno bisogno di cambiare per ritrovare energia e motivazione. Marcus Rashford, dopo essere stato escluso dal derby di Manchester, sembra appartenere alla seconda categoria.

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Il giocatore ha dichiarato di essere “pronto per una nuova sfida e i prossimi passi della carriera”, mettendo alla prova il suo allenatore Ruben Amorim. Quest’ultimo ha risposto definendo Rashford un “grande talento di cui il club ha bisogno” . Ma i fatti raccontano altro: Rashford ha brillato nella stagione 2022/23, ma da allora il suo rendimento è altalenante, con più bassi che alti.

Forse non lo ammetterà mai, ma sembra aver perso lo slancio con il Manchester United, la squadra dove ha giocato da quando aveva sette anni. Ora potrebbe essere il momento di cambiare aria. Per Rashford e per i tifosi dello United, una cessione a gennaio potrebbe essere l’inizio di un nuovo capitolo.


Mykhailo Mudryk, attaccante del Chelsea, si difende: “Non ho assunto sostanze proibite intenzionalmente.”  Ma nel mondo dello sport l’ignoranza non è mai una giustificazione.

I campioni devono stare attenti a ogni medicina o integratore, poiché anche un comune sciroppo per la tosse può contenere sostanze vietate. Se Mudryk dice la verità, potrebbe essere stato mal consigliato o ingannato da un prodotto contaminato.

Le autorità anti-doping hanno il potere di sospenderlo fino a quattro anni, ma uno scenario del genere sembra improbabile. È più probabile che riceva una sospensione simbolica e un avvertimento per il futuro. Dopo tutto, non sembra che le sue prestazioni siano mai state “potenziate”…


Auguri di Natale a tutti i tifosi: un nuovo allenatore per gli appassionati del Southampton, l’abolizione del VAR per i supporter del Nottingham Forest e, per i fan del Manchester City, tre semplici punti!

Crediti fotografici:
Foto: Paul Ellis/Darren Staples/AFP

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