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Malta

Conferenza OSCE: Ian Borg sfida Lavrov e difende l’unità europea

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Il ministro degli Esteri Ian Borg si è schierato apertamente contro le provocazioni di Sergey Lavrov, che durante l’apertura della conferenza OSCE a Ta’ Qali ha lanciato accuse infuocate all’Occidente. Con un tono fermo e risoluto, Borg ha respinto ogni tentativo di intimidazione, ribadendo la determinazione dell’Europa di non piegarsi davanti alla retorica russa.

Interpellato sulle dichiarazioni di Lavrov, che ha accusato l’Occidente di spingere una “egemonia neo-coloniale” e di mettere a rischio un “conflitto con una potenza nucleare“, Borg ha risposto senza mezzi termini: “Non siamo sorpresi dai commenti di Lavrov. La Russia utilizza piattaforme internazionali per queste dichiarazioni da oltre 1.000 giorni, ossia dall’invasione illegale e aggressiva dell’Ucraina.”

Ma la replica non si è fermata qui. Con fermezza, Borg ha affermato: “Ho preso nota del modo in cui la Russia si è rivolta a tutti oggi, ma non ci faremo intimidire.” E ha rilanciato, invitando gli altri ministri europei a rispondere con una voce unita: “È fondamentale inviare un messaggio coerente e forte alla Russia.”

La tensione nella conferenza è palpabile. Lavrov, giunto giovedì mattina, è stato evitato da molti colleghi dell’OSCE. La possibilità di colloqui bilaterali tra Russia e Ucraina appare remota, specialmente dopo le dichiarazioni infuocate del ministro russo, che non hanno lasciato spazio a spiragli di compromesso.

Nella stessa giornata, Lavrov ha tenuto una breve conferenza stampa a porte chiuse. Subito dopo, gran parte della delegazione russa ha abbandonato Ta’ Qali. Borg, tuttavia, non si è lasciato scoraggiare: “Non credo che dovremmo rinunciare alla diplomazia. In fin dei conti, qual è l’alternativa?”  ha dichiarato, sottolineando che il dialogo resta la via da percorrere, nonostante le difficoltà.

Nel frattempo, Lavrov ha continuato a criticare aspramente l’Occidente, come aveva già fatto a New York tre mesi fa, quando aveva messo in guardia contro il tentativo di “combattere per la vittoria con una potenza nucleare” e aveva attaccato la politica di sostegno all’Ucraina.

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La conferenza OSCE, che accoglie delegati da 57 Paesi, proseguirà fino a venerdì, ma con queste premesse il percorso verso un progresso concreto sul conflitto in Ucraina appare ancora lungo e incerto.

Foto: Jonathan Borg
Video: Jonathan Borg

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