Un’esplosiva battaglia legale si sta consumando a Msida, dove Louis Buhagiar, ex deputato laburista e proprietario della rinomata Jasmine Nursing Home, ha lanciato un appello disperato per fermare immediatamente i lavori su un progetto edilizio adiacente alla sua proprietà. La situazione è a dir poco drammatica: il progetto, situato in Valley Road e condotto dalla Gauci 5X di Paul Gauci, secondo Buhagiar non solo viola palesemente le normative urbanistiche, ma minaccia direttamente la sua casa di cura.
L’imponente sviluppo include parcheggi sotterranei, una stazione di servizio, un negozio di Classe 4B e persino un autolavaggio, ma ciò che più sconvolge Buhagiar sono le presunte irregolarità con cui la Planning Authority ha approvato il progetto. “Nonostante le palesi violazioni, l’autorità ha dato il via libera, ignorando le nostre proteste e mettendo a rischio la mia proprietà e quella di altri terzi”
, ha dichiarato, visibilmente frustrato. E mentre l’appello è ancora pendente davanti al Tribunal per la Revisione dell’Ambiente e della Pianificazione, i lavori non solo continuano, ma accelerano.
Incredibilmente, nonostante la richiesta formale di sospendere il cantiere in attesa di una decisione definitiva, il costruttore ha scelto di proseguire indisturbato. “Ogni giorno che passa, il progetto avanza sempre di più, complicando enormemente il lavoro del tribunale. Rischiamo di arrivare a un punto di non ritorno”
ha avvertito Buhagiar, sottolineando come il tempo stringa e la situazione diventi sempre più critica.
Procedura sospetta: il progetto approvato nell’ombra
Ma c’è di più: Buhagiar non si limita a contestare il progetto in sé, ma anche il modo in cui è stato approvato. La Planning Authority ha concesso il permesso il 2 luglio e lo ha pubblicato solo il 28 agosto, un lasso di tempo sospettosamente breve per un progetto di tale portata. E quando il 26 settembre è finalmente iniziata la prima udienza del ricorso, presieduta da Joseph Borg, le preoccupazioni di Buhagiar sono esplose.
Secondo quanto riportato nei suoi documenti legali, “la sessione che ha dato il via libera al progetto è stata anticipata rispetto a quanto previsto, limitando gravemente la partecipazione degli interessati” e aggiunge un’ulteriore accusa: la composizione del consiglio che ha approvato il permesso potrebbe non essere stata conforme alle normative. Inoltre, “solo tre giorni sono stati concessi alle parti per presentare le loro obiezioni formali, un tempo ridicolo per un caso di questa importanza”, ha denunciato, spiegando come tale restrizione abbia “gravemente compromesso la mia capacità di oppormi in modo equo”
.
La conseguenza? “Un processo che ha soffocato il mio diritto a una giusta opposizione e ha condotto all’approvazione ingiustificata del progetto”, ha concluso Buhagiar, esasperato. Nel frattempo, i lavori procedono a ritmo incalzante, e il timore è che quando il tribunale si pronuncerà, potrebbe essere troppo tardi per fermare un danno ormai irreversibile.
Foto: [Archivio Times Of Malta]