Un uomo accusato di aver gestito un casinò senza licenza da un garage di Marsa 12 anni fa è stato scagionato per un errore tecnico dell’accusa, che ha indicato l’indirizzo sbagliato nei verbali.
Raymond Schembri, oggi 60enne, è stato preso di mira in un blitz della polizia che si è presentata nel garage non numerato di Marsa un pomeriggio di ottobre del 2011.
In seguito a quel blitz, Schembri è stato accusato di aver gestito un casinò senza licenza, consentendo l’utilizzo dei locali per le scommesse illegali senza il necessario permesso dell’autorità competente.
Schembri si è dichiarato non colpevole di tutte le accuse.
Quando il caso ha raggiunto la fase della sentenza, oggi, la corte ha sottolineato un errore nelle accuse che l’accusa non aveva corretto.
Mentre i capi d’accusa affermavano che le presunte attività illegali erano avvenute in una nuova strada di Triq it-Tigrija, tutti i testimoni dell’accusa hanno fatto riferimento a un garage non numerato in una nuova strada di Triq is-Serkin.
Tutti i testimoni hanno descritto l’irruzione, avvenuta intorno alle 15.30 del 24 ottobre 2011, nel garage di Triq is-Serkin.
Citando la giurisprudenza relativa a un errore simile, ma riguardante il momento delle accuse e non il luogo, la corte, presieduta dal magistrato Natasha Galea Sciberras, ha dichiarato che il principio è lo stesso.
In questo caso, l’accusa non ha mai corretto l’errore nell’indirizzo nè ha prodotto prove per spiegare perché i capi d’imputazione si riferissero a quell’indirizzo, quando i testimoni avevano dichiarato che le attività si svolgevano altrove.
Inoltre, due dei capi d’accusa erano di natura contravvenzionale e quindi caduti in prescrizione allo scadere dei tre mesi.
Alla luce di tali considerazioni, il tribunale ha pronunciato un’assoluzione.
Gli avvocati Franco Debono e Marion Camilleri erano i difensori.
