L’Autorità di pianificazione ha chiesto al costruttore di un hotel di otto piani a Mellieħa di presentare nuovi progetti dopo che un tribunale ha revocato parte del permesso
del complesso già costruito.
Un portavoce dell’Autorità ha dichiarato, rispondendo alle domande del Times of Malta
, che “i piani sono stati presentati all’autorità dal costruttore per utilizzare l’edificio entro i parametri stabiliti dalla sentenza del tribunale”.
La situazione è il risultato di leggi di pianificazione
che permettono agli sviluppatori di procedere con le costruzioni nonostante i ricorsi in corso. Il governo ha dichiarato di voler modificare questa anomalia.
A maggio, il giudice capo Mark Chetcuti ha accolto un ricorso del consiglio di Mellieħa
per lo sviluppo di un hotel che era stato approvato nonostante fosse stato raccomandato il rifiuto per aver violato la politica di limitazione dell’altezza della zona e per essere in contrasto con il piano locale dell’area.
Il progetto, realizzato dal socio d’affari del mega immobiliarista Joseph Portelli, Mark Agius, per conto della Shopwise Developments M Limited
, comprende 121 unità residenziali, negozi, un parcheggio sotterraneo e garage su un terreno di 3.600 metri quadrati precedentemente libero, vicino al supermercato Valyou. Il lotto confina con Triq Ħalq iċ-Ċawl, Triq l-Iżbark tal-Franċiżi, Triq il-Fortizza e Triq in-Nases.
Il consiglio, che in passato aveva cercato di utilizzare il terreno per strutture comunitarie, ha sostenuto che il progetto era eccessivamente intensivo e incompatibile con l’ambiente circostante.
La lotta contro questo progetto è stata guidata dal deputato nazionalista Robert Cutajar
.
Il progetto era stato rifiutato dal funzionario dell’AP dopo una raccomandazione negativa, ma il consiglio dell’AP è andato avanti e ha approvato il progetto nel marzo 2019.
Il Consiglio ha presentato ricorso contro l’autorizzazione presso il Tribunale per la revisione dell’ambiente e della pianificazione, che ha rinviato la richiesta al Consiglio dell’Autorità per la Protezione Ambientale affinché riconsideri il progetto con un hotel di non più di 30 camere.
Tuttavia, il Consiglio ha impugnato nuovamente la decisione davanti alla Corte d’appello, sostenendo che l’albergo non doveva essere autorizzato in quanto l’area non era stata indicata nel piano locale come luogo in cui si sarebbe potuto sviluppare un albergo.
Il giudice supremo ha dato ragione al Comune, revocando la parte del permesso che approvava l’hotel e confermando il resto del permesso che consentiva uno sviluppo misto con unità commerciali e residenziali.