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Attualità

Le ONG guidano la protesta nazionale per l’ambiente del 27 maggio

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Otto organizzazioni hanno annunciato una protesta nazionale Xebbajtuna! Bidla fl-Ambjent u l-Ippjanar ISSA! per chiedere una riforma urgente dell’ambiente e della pianificazione il 27 maggio.

La manifestazione inizierà alla Fontana del Tritone , fuori La Valletta, alle 10.30 del mattino.

Oltre a sollecitare la partecipazione del pubblico, le organizzazioni – Moviment Graffitti, Friends of the Earth Malta, Flimkien għal Ambjent Aħjar, Din l-Art Ħelwa, Nature Trust Malta, Għawdix , BirdLife e Ramblers’ Association – invitano anche i gruppi di Malta e Gozo, sia formali che informali, ad aderire alla protesta inviando un’e-mail o compilando il modulo online sul sito .

I gruppi possono includere organizzazioni non governative, residenti, studenti, lavoratori e agricoltori: “Tutti i gruppi apartitici i cui obiettivi sono in linea con le richieste della protesta sono invitati a partecipare”, hanno dichiarato gli organizzatori.

Viviamo in uno stato di emergenza che minaccia il nostro benessere personale e ambientale a causa dei ritmi sconsiderati di costruzione nelle nostre isole. Nessuno spazio è libero dall’avidità: alti e squallidi condomini nei centri urbani, edifici commerciali, ville e piscine in mezzo alla campagna, torri in aree congestionate, invasione edilizia sull’isola di Gozo e un assalto alla riserva naturale di Comino

Le organizzazioni hanno affermato che la popolazione di Malta e Gozo stanno sopportando le gravi conseguenze della devastazione ambientale .

La diffusa distruzione dell’ambiente si traduce in problemi di salute fisica e mentale, in bambini frustrati che non hanno un posto dove vagare e in un crescente desiderio dei giovani di lasciare il Paese:

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Siamo in questa situazione per un motivo ben preciso. Dietro questa ondata di distruzione ambientale si nasconde una rete di politici e sviluppatori che hanno creato un sistema che serve al profitto di pochi invece che al bene comune

Le organizzazioni che parteciperanno alla protesta chiederanno le seguenti azioni immediate:

1. Cambiare le politiche di pianificazione – come quelle che permettono di costruire nelle zone ODZ, l’altezza e l’intensità degli edifici, l’altezza degli hotel e la programmazione dei siti di interesse e valore storico – per fermare l’ondata di costruzioni che non rispettano il contesto, il patrimonio, l’ambiente naturale, gli agricoltori e i residenti;

2. Riformare radicalmente tutte le istituzioni responsabili dell’ambiente, della pianificazione e del territorio, in modo che inizino a funzionare in modo serio e trasparente, indipendentemente da politici e imprese; e

3. Costruire un modello economico che cerchi una migliore qualità della vita per tutti, invece di una crescita economica infinita basata sui profitti di pochi.