Incredibile scena alla National Gallery di Londra! Due giovani attiviste, Phoebe Plummer, 23 anni, e Anna Holland, 22 anni, sono state condannate rispettivamente a due anni e 20 mesi di carcere per un gesto che ha lasciato il mondo senza fiato: hanno lanciato della zuppa contro il celebre dipinto “I Girasoli”
di Vincent van Gogh. Questo atto clamoroso, che si è svolto nel 2022, ha subito attirato l’attenzione globale, sollevando un acceso dibattito sul clima e sul valore della protesta.
Ma la domanda che tutti si pongono è: la punizione è giusta? Will McCallum, co-direttore esecutivo di Greenpeace UK, non ha dubbi, definendo la sentenza “draconiana e sproporzionata per un semplice danno a una cornice”. Dall’altra parte, il giudice Christopher Hehir non è stato affatto indulgente, sottolineando che “la zuppa avrebbe potuto penetrare il vetro. Non vi importava minimamente se il dipinto fosse stato danneggiato o meno”. Il messaggio del giudice è stato chiaro: “Non avevate il diritto di fare ciò che avete fatto a ‘I Girasoli’”
.
Plummer e Holland, entrambe manifestanti di Just Stop Oil, si sono dichiarate non colpevoli, ma il loro gesto ha comunque portato a questa dura condanna. La cornice del quadro, esposto nella prestigiosa galleria di Trafalgar Square, ha subito solo un lieve danno, mentre il dipinto, protetto da uno schermo, è rimasto intatto.
Durante l’azione, le due attiviste si sono incollate al muro della galleria, ma ciò che ha davvero colpito l’opinione pubblica è stato il grido di Plummer: “Cosa vale di più: l’arte o la vita?”
Un messaggio potente, che continua a risuonare tra coloro che sostengono la loro causa.
Per Just Stop Oil, la battaglia è chiara: fermare immediatamente l’estrazione e l’uso dei combustibili fossili come petrolio, carbone e gas, poiché le emissioni di gas serra “ci stanno conducendo verso un collasso climatico… che significa disastro per le società umane in tutto il mondo”
. E se questo vuol dire compiere gesti eclatanti per farsi ascoltare, loro sono pronti a farlo.
Questo non è stato l’unico episodio a suscitare scalpore. Just Stop Oil ha già inscenato proteste durante il torneo di Wimbledon, l’Open di golf britannico e persino una rappresentazione del musical “Les Miserables”. Ma le conseguenze legali sono sempre più pesanti: cinque attivisti, incluso il fondatore del movimento, sono stati condannati a pene detentive tra i quattro e i cinque anni per aver pianificato manifestazioni che hanno paralizzato l’autostrada M25.
E ancora, i loro sostenitori difendono le loro azioni, ribadendo che “la protesta, per sua natura, è scomoda e a volte caotica. Ma questi imputati non meritano anni di carcere per aver difeso un pianeta vivibile”
, come ha affermato McCallum di Greenpeace UK. Il dibattito si infiamma: è giustificato rischiare tutto, persino l’arte, per salvare il pianeta?
Non è la prima volta che l’arte viene coinvolta nelle loro proteste. Nel luglio 2022, gli attivisti di Just Stop Oil si sono incollati a un altro capolavoro, “The Hay Wain” di John Constable, sempre alla National Gallery. L’obiettivo? Chiedere con urgenza la fine dell’uso dei combustibili fossili, prima che “questi ci distruggano tutti”
. E, ancora una volta, il mondo osserva, diviso tra chi condanna e chi approva.
Foto: AFP