World

Ultimatum di Trump: la tregua a Gaza è appesa a un filo

Published

on

È una bomba a orologeria pronta a esplodere. La tregua a Gaza, già appesa a un filo, potrebbe saltare definitivamente dopo le parole esplosive di Donald Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha lanciato un ultimatum senza mezzi termini: “Se tutti gli ostaggi israeliani non verranno rilasciati entro sabato a mezzogiorno, allora si può considerare la tregua finita e che l’inferno abbia inizio.”

Parole pesantissime, che Hamas ha subito bollato come una minaccia inutile e pericolosa. Ma il messaggio è chiaro: se il rilascio degli ostaggi non avverrà nei tempi imposti da Trump, Israele potrebbe riprendere l’offensiva con una violenza ancora più devastante. Intanto, la diplomazia mondiale è in fermento, con il re Abdullah II di Giordania che tenterà di far ragionare Trump in un incontro a Washington nelle prossime ore.

La situazione sul campo è tesa come non mai. Il cessate il fuoco, in vigore dal 19 gennaio, aveva portato a cinque scambi di prigionieri e ostaggi, ma negli ultimi giorni lo scenario è cambiato drasticamente. Da un lato, Hamas accusa Israele di non rispettare gli accordi sugli aiuti umanitari. Dall’altro, Tel Aviv minaccia di tornare all’attacco, sostenendo che i miliziani palestinesi stanno violando la tregua.

“Trump deve ricordare che esiste un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti, è l’unico modo per garantire il ritorno degli ostaggi”, ha dichiarato Sami Abu Zuhri, leader di Hamas. “Il linguaggio delle minacce non ha valore e complica ulteriormente la situazione.”

Ma l’escalation non si ferma qui. Il braccio armato di Hamas, le Ezzedine al-Qassam Brigades, ha annunciato il rinvio del rilascio degli ostaggi previsto per sabato, accusando Israele di non aver rispettato gli impegni. “L’occupazione deve rispettare i patti, solo allora il processo di scambio potrà proseguire”  ha dichiarato un portavoce del gruppo.

Tel Aviv, però, non ha alcuna intenzione di aspettare. Il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, ha definito il rinvio “una violazione completa dell’accordo”, aggiungendo di aver ordinato all’esercito di prepararsi “al massimo livello di allerta per qualsiasi possibile scenario a Gaza”.

Advertisement

Nel frattempo, i civili sono intrappolati in un incubo senza fine. “Preghiamo che la tregua regga, ma non ci sono garanzie. In Israele c’è chi vuole la guerra, e anche dentro Hamas ci sono fazioni che vogliono combattere” ha detto Adnan Qassem, 60 anni, residente a Deir el-Balah. “Alla fine, siamo noi civili a soffrire e a pagare il prezzo.”

Mentre la guerra diplomatica si infiamma, Trump ha rilanciato una proposta ancora più controversa: trasferire forzatamente i palestinesi fuori da Gaza. Un’idea che ha trovato il sostegno del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che l’ha definita “rivoluzionaria” . Ma la comunità internazionale è insorta: secondo le Nazioni Unite, si tratterebbe di una violazione del diritto internazionale.

Trump, però, non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Ha addirittura minacciato di bloccare gli aiuti a Giordania ed Egitto se questi paesi si rifiuteranno di accogliere i palestinesi sfollati. In un’intervista a Fox News, ha dichiarato: “I palestinesi non avranno diritto di tornare a Gaza. Devono essere costruite nuove abitazioni permanenti per loro altrove.”

Ma l’Egitto ha già chiuso la porta a questa ipotesi. Il governo del Cairo ha ribadito che “Gaza è la loro terra e devono restarci” , respingendo ogni tentativo di deportazione forzata.

E mentre la politica gioca con il destino di milioni di persone, il bilancio della guerra continua a salire. L’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, il più sanguinoso nella storia di Israele, ha causato la morte di 1.211 persone, per lo più civili, e la cattura di 251 ostaggi. Di questi, 73 sono ancora prigionieri a Gaza, e almeno 35 sarebbero già morti. Martedì, le autorità israeliane hanno confermato il decesso di Shlomo Mansour, un anziano ostaggio che era ancora detenuto a Gaza.

Dall’altra parte, il Ministero della Sanità di Hamas ha diffuso cifre drammatiche: secondo i loro dati, il numero di palestinesi uccisi ha superato i 48.208 morti. Le Nazioni Unite ritengono questi numeri credibili, segno che la devastazione della Striscia ha ormai raggiunto livelli apocalittici.

La tregua è agli sgoccioli, il tempo stringe. L’ultimatum di Trump è stato lanciato. Ora la domanda è una sola: Gaza sprofonderà di nuovo nell’orrore della guerra?

Advertisement

Foto e video: AFP

Exit mobile version