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Trump ottiene il rinvio: la sentenza slitta, il futuro si complica

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Colpo di scena nei tribunali americani: la sentenza contro Donald Trump, che avrebbe dovuto concludersi con la condanna definitiva per 34 capi di imputazione, è stata rinviata a data da destinarsi. L’ex presidente, ora presidente eletto, ha ottenuto quella che il suo team ha definito una “vittoria decisiva”  proprio mentre si prepara a riconquistare la Casa Bianca. Un evento che non lascia indifferente il mondo politico e giudiziario, spaccato su una decisione che cambia le carte in tavola.

Trump, originariamente destinato alla sentenza il 26 novembre, ha visto la sua richiesta accolta dopo una lunga battaglia legale, basata su una storica sentenza della Corte Suprema. Questa decisione di luglio, infatti, conferisce ai presidenti un’immunità quasi totale per gli atti ufficiali compiuti durante il mandato. Il giudice Juan Merchan ha dichiarato: “La richiesta congiunta di sospensione della sentenza è accolta, rinviando l’udienza del 26 novembre 2024” .

Per il team di Trump, è una prova che le accuse erano, fin dall’inizio, un attacco politico. “In una vittoria decisiva per il presidente Trump, il caso truffa di Manhattan è ora completamente sospeso e la sentenza è stata rinviata”, ha dichiarato Steven Cheung, direttore delle comunicazioni di Trump. “Il presidente Trump ha ottenuto una vittoria schiacciante, il popolo americano gli ha dato il mandato di tornare in carica e porre fine a tutte le cacce alle streghe!”

La vicenda affonda le sue radici nel maggio scorso, quando una giuria ha stabilito che Trump aveva manipolato fraudolentemente documenti aziendali per occultare una presunta relazione con una pornostar, pochi mesi prima delle elezioni presidenziali del 2016. Secondo i procuratori, l’intento era chiaro: proteggere la sua immagine e garantire la vittoria alla Casa Bianca.

Il team legale di Trump, con la mossa della richiesta di sospensione, ha fatto leva su una sentenza che ridefinisce i poteri presidenziali, spingendo i procuratori di New York a riconoscere “circostanze senza precedenti” . La decisione del giudice Merchan consente ora a Trump di presentare una mozione per annullare il verdetto, aprendo le porte a nuovi sviluppi giudiziari che potrebbero protrarsi ben oltre l’insediamento del prossimo gennaio.

Nel frattempo, Trump non si trova ad affrontare solo il caso del “denaro segreto”. Sono attive altre due inchieste federali: una relativa al suo presunto tentativo di ribaltare l’esito delle elezioni del 2020 e un’altra che lo accusa di gestione impropria di documenti classificati. In quest’ultimo caso, un giudice federale nominato dallo stesso Trump ha già respinto le accuse, anche se il procuratore speciale Jack Smith ha presentato ricorso.

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Sul caso di interferenza elettorale, la strategia del procuratore Smith segue una tradizione consolidata: non perseguire presidenti in carica. Tuttavia, l’inchiesta non è stata ancora archiviata, e resta una spada di Damocle sul futuro politico e giudiziario di Trump.

Con il rinvio della sentenza di New York, si prospetta un 2024 ancora più intricato, con la politica e la giustizia che si intrecciano in una partita che tiene con il fiato sospeso l’intera nazione.

Foto: AFP

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