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TikTok e Russia: ombre sul voto in Romania scuotono l’Europa

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L’Europa trema: TikTok e Russia al centro di uno scandalo elettorale senza precedenti. La Romania accusa il gigante cinese di favorire un candidato di estrema destra, mentre Mosca è sospettata di interferenze nelle elezioni presidenziali. Una storia che mescola tecnologia, politica e tensioni geopolitiche, mentre l’UE corre ai ripari per proteggere i suoi processi democratici.

Le autorità rumene puntano il dito contro TikTok, sostenendo che la piattaforma abbia dato un “trattamento preferenziale” a Calin Georgescu, il controverso candidato nazionalista che potrebbe diventare il primo presidente di estrema destra del Paese. “Georgescu ha ricevuto un’esposizione massiccia su TikTok, senza essere etichettato come candidato politico” , accusa il Consiglio Supremo di Difesa Nazionale della Romania. Una strategia che, secondo Bucarest, avrebbe influenzato l’elettorato, soprattutto considerando gli oltre otto milioni di utenti della piattaforma nel Paese.

Ma non è tutto: le ombre di Mosca si allungano sull’intera vicenda. L’esecutivo rumeno denuncia sospette manipolazioni russe durante il primo turno elettorale, un’accusa che si inserisce in uno schema noto, con il Cremlino spesso accusato di sostenere candidati favorevoli ai suoi interessi in Europa e nei Paesi vicini come Moldova e Georgia.

Intanto, TikTok respinge con forza le accuse. “Abbiamo già collaborato con la Commissione e continueremo a farlo”, afferma un portavoce della piattaforma, aggiungendo: “Non vediamo l’ora di stabilire i fatti alla luce delle speculazioni e delle informazioni imprecise che circolano.”

L’Unione Europea, attraverso la Commissione, si è mossa rapidamente, ordinando a TikTok di congelare e preservare i dati relativi ai rischi sistemici per i processi elettorali e il dibattito pubblico. La piattaforma dovrà inoltre conservare documenti interni sulla progettazione dei suoi algoritmi e sul modo in cui affronta il rischio di manipolazioni intenzionali. La Commissione, tuttavia, non ha ancora stabilito se TikTok abbia violato il regolamento europeo sui servizi digitali (DSA), entrato in vigore il 17 febbraio scorso.

Georgescu, un ex funzionario pubblico di 62 anni, era un nome sconosciuto fino a pochi mesi fa. Oggi, grazie a TikTok, è un fenomeno virale. Con oltre 530.000 follower e video che lodano Vladimir Putin, si oppongono ai vaccini e chiedono di sospendere gli aiuti all’Ucraina, ha accumulato milioni di “mi piace” e visualizzazioni, guadagnando un ruolo da protagonista in un Paese scosso dall’instabilità economica. Secondo Andrei Curararu, co-fondatore dell’organizzazione Watchdog.md, “i video di Georgescu sono stati visti 52 milioni di volte in soli quattro giorni. TikTok ha avuto un ruolo decisivo nella sua ascesa.”

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La Commissione ha esteso il suo ordine di conservazione dei dati a tutte le elezioni nazionali nell’UE previste tra il 24 novembre 2024 e il 31 marzo 2025. Il caso rumeno è solo l’ultimo campanello d’allarme per un’Europa sempre più preoccupata dall’influenza di potenze straniere e dalla manipolazione delle piattaforme digitali.

Ora, con il ballottaggio presidenziale alle porte e la possibilità di una vittoria di Georgescu, la Romania è sotto i riflettori internazionali. Un esito che potrebbe rafforzare l’ala destra europea e minare l’unità dell’UE contro Mosca, proprio mentre il Paese si trova in prima linea nella crisi ucraina.

Foto: Shutterstock

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