L’idea di sospendere X, il social network di Elon Musk, nell’intera Unione Europea, sembra un piano audace e rivoluzionario, ma gli esperti avvertono che potrebbe essere molto più complicato di quanto alcuni politici suggeriscano. Addirittura, nel peggiore dei casi, si tratterebbe solo di una misura temporanea. La questione sta scuotendo il dibattito politico e accademico, sollevando interrogativi su regolamenti, potere delle big tech e libertà d’espressione.
L’ex Commissario europeo Thierry Breton ha recentemente gettato benzina sul fuoco, dichiarando in un’intervista televisiva che sarebbe “possibile” sospendere X nei 27 Stati membri dell’UE. Breton ha puntato tutto su due potenti strumenti normativi: il Digital Services Act (DSA) e il Digital Markets Act
(DMA), entrati in vigore all’inizio del 2024. Queste normative potrebbero consentire a un giudice di imporre misure drastiche contro piattaforme come X, soprattutto dopo le accuse secondo cui il suo algoritmo amplificherebbe punti di vista politici specifici, particolarmente allineati con quelli di Elon Musk.
Ma quanto è realistico questo scenario? X, classificata come *”piattaforma online molto grande”_ per via dei suoi oltre 45 milioni di utenti attivi mensili, è soggetta a requisiti severissimi. Secondo il DSA, piattaforme di queste dimensioni possono avere un impatto profondo sulla sicurezza online e sulla formazione dell’opinione pubblica. Per questo motivo, devono affrontare rischi sistemici e tutelare “la libertà dei media, il pluralismo e i processi democratici”. Tuttavia, Alexandre De Streel, esperto del Centro per la Regolazione in Europa (CERRE), avverte: “Dimostrare che un algoritmo sia fazioso non è semplice; servono accesso diretto e competenze specifiche per analizzarlo.”
Gli strumenti legali, per quanto potenti, hanno i loro limiti. Jean Cattan, segretario generale del Consiglio Nazionale Digitale francese, definisce una sospensione come “un’opzione realistica ma estrema”
. Non esiste alcuna previsione per un divieto permanente; al massimo, si potrebbe ordinare una sospensione temporanea, preceduta da una multa fino al 6% del fatturato globale della piattaforma. Ma anche questa escalation richiederebbe tempi lunghi, troppo lunghi per rispondere rapidamente a violazioni.
Esempi recenti evidenziano queste difficoltà. In Romania, una presunta campagna su TikTok, sostenuta dalla Russia, avrebbe favorito un candidato presidenziale di estrema destra, ma il DSA non ha permesso interventi tempestivi. Intanto, circa 30 europarlamentari hanno scritto a Ursula von der Leyen chiedendo verifiche su X e ricordando il sostegno di Musk al partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschland
(AfD) prima delle elezioni in Germania. Non tutti però sono contro Musk: un eurodeputato sloveno ha addirittura proposto di premiarlo con il Nobel per la pace per la sua lotta in difesa della libertà d’espressione.
Il dibattito però non si ferma qui. In Francia, il ministro Jean-Noël Barrot ha espresso indignazione per quella che ha definito l’inazione della Commissione europea. “O l’Europa applica rigorosamente le leggi che abbiamo approvato per proteggere il nostro spazio pubblico, oppure dovrà restituire questa capacità ai singoli Stati membri” ha dichiarato.
Tuttavia, il cuore della questione è in Irlanda, dove X ha stabilito la sua sede europea. Secondo le regole del DSA, solo i regolatori digitali irlandesi possono prendere provvedimenti. Gli Stati membri possono intervenire direttamente solo in casi eccezionali, come minacce alla sicurezza nazionale, come avvenuto in Francia contro TikTok durante le rivolte del 2023 in Nuova Caledonia.
Foto: AFP