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Sarkozy in tribunale: i misteriosi milioni di Gheddafi al centro del processo

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L’ex presidente francese Nicolas Sarkozy torna al centro della scena, ma questa volta non per motivi politici. Lunedì, l’ex leader è comparso in tribunale con accuse esplosive: aver ricevuto finanziamenti illeciti per la sua campagna presidenziale del 2007 da parte del regime libico di Muammar Gheddafi. Un’accusa che, se confermata, potrebbe costargli fino a dieci anni di carcere.

Sarkozy affronta queste udienze con determinazione ha dichiarato il suo avvocato Christophe Ingrain. Combatterà contro questa costruzione artificiosa sognata dall’accusa. Non ci sono stati finanziamenti dalla Libia.  Eppure, la procura non si arrende e punta su prove che sembrano uscite da un film: viaggi sospetti di collaboratori, trasferimenti di denaro oscuri e persino i diari di un ex ministro libico, Shukri Ghanem, ritrovato morto nel Danubio nel 2012.

Ma le accuse contro Sarkozy non si fermano qui. Il tribunale ha aperto il processo a dodici imputati, tra cui stretti collaboratori dell’ex presidente, tutti accusati di aver orchestrato un piano per ottenere denaro dal dittatore libico in cambio di promesse politiche. Il nostro lavoro non è politico. Seguiamo solo la legge  ha dichiarato Jean-François Bohnert, procuratore della PNF (Procura Nazionale Finanziaria).

Questa vicenda getta una luce inquietante su uno dei periodi più controversi della carriera politica di Sarkozy. Nel 2007, lo stesso Gheddafi fu accolto con tutti gli onori a Parigi, perfino con una tenda nel centro della città. Eppure, pochi anni dopo, la Francia si unì alle operazioni militari che portarono alla sua caduta e alla sua morte.

La battaglia legale in corso non è certo il primo scontro di Sarkozy con la giustizia. Già condannato in due precedenti processi e sotto indagine per altre accuse, l’ex presidente continua a proclamare la propria innocenza. Ma le rivelazioni non cessano: Ziad Takieddine, uomo d’affari franco-libanese e testimone chiave, aveva inizialmente confessato di aver consegnato fino a cinque milioni di euro in contanti a Sarkozy. Nel 2020, però, ha clamorosamente ritrattato, alimentando sospetti di manipolazione e corruzione.

A peggiorare la situazione, Sarkozy è stato accusato di aver tentato di influenzare i testimoni e persino sua moglie, Carla Bruni, è stata coinvolta lo scorso anno per aver presumibilmente nascosto prove in questo caso. Nel frattempo, Sarkozy ha trascorso un Natale apparentemente sereno alle Seychelles, in attesa di indossare il braccialetto elettronico che sconta una sua precedente condanna per traffico di influenze.

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Il processo, che si prevede durerà fino al 10 aprile, potrebbe rivelare nuovi dettagli scottanti e lascia aperta la questione su cosa riserverà il futuro per Nicolas Sarkozy. Uno degli episodi più incredibili è il presunto accordo con Gheddafi per migliorare l’immagine internazionale della Libia in cambio di finanziamenti, un’accusa che l’ex presidente respinge con forza, definendola una vendetta politica orchestrata dai nemici di Gheddafi .

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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