Un’elezione che scuote la Romania: tensioni alle stelle, timori di guerra e l’ombra di un leader di estrema destra. Domenica, i romeni si sono recati alle urne per il primo turno delle presidenziali, con il Paese spinto da un’inflazione fuori controllo e il pericolo della guerra in Ucraina che si profila all’orizzonte. In questo scenario, George Simion, controverso leader di estrema destra, potrebbe essere la sorpresa che ribalta gli equilibri.
Il primo turno apre due settimane decisive, che culmineranno nel ballottaggio presidenziale dell’8 dicembre e nelle elezioni parlamentari. In testa nei sondaggi c’è il primo ministro socialdemocratico Marcel Ciolacu, accreditato con circa il 25% dei consensi. Ma Simion, con un consenso stimato tra il 15% e il 19%, avanza rapidamente, alimentato da discorsi infuocati e promesse ambiziose.
Rodica, una pensionata 69enne, è stata tra i primi a votare nella fresca mattinata di Bucarest. “Ho paura della guerra in Ucraina e voglio condizioni di vita migliori e pace”
, ha dichiarato, dando voce alle ansie che attraversano il Paese. Chiunque vinca, erediterà il ruolo cruciale lasciato da Klaus Iohannis, presidente in carica dal 2014 e fermo alleato dell’Ucraina.
Con una frontiera di 650 chilometri con l’Ucraina, la Romania ha assunto un ruolo chiave nella strategia della NATO. Il Paese ospita oltre 5.000 soldati stranieri e gestisce il transito di grano ucraino, una posizione definita dal think tank New Strategy Center come “strategicamente vitale”
.
George Simion, 38 anni, rappresenta l’incognita più discussa. Con il suo stile incendiario e l’ammirazione dichiarata per Donald Trump – spesso evidenziata dal celebre cappellino rosso che indossa in pubblico – il leader dell’AUR sta sfruttando il malcontento popolare. “La Romania ha avuto solo leader servili e codardi”, ha tuonato in un comizio, promettendo “una Romania più patriottica” e un netto rifiuto degli aiuti militari all’Ucraina. Critico verso Bruxelles, lancia attacchi contro quella che definisce una “bolla corrotta e avida”
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Simion punta a convincere elettori frustrati dall’inflazione – al 10% nel 2023 e stimata al 5,5% nel 2024 – con promesse audaci come case accessibili per tutti. Secondo il politologo Cristian Pirvulescu, se Simion dovesse accedere al secondo turno, potrebbe generare un “effetto contagio” che rafforzerebbe il suo partito alle imminenti elezioni parlamentari. “La democrazia romena è in pericolo per la prima volta dal crollo del comunismo nel 1989”, ha avvertito l’analista.
Non sono mancate polemiche. Simion è accusato di aver incontrato spie russe, accuse che ha fermamente respinto. Allo stesso tempo, Ciolacu è stato criticato per l’uso di jet privati. Nonostante il calo di popolarità, il premier socialdemocratico scommette sulla promessa di “stabilità” per attirare gli elettori. A sorprendere potrebbe essere Elena Lasconi, ex giornalista e sindaca di un piccolo centro, che si candida con un partito di opposizione di centrodestra. Alcuni elettori la considerano “la candidata più onesta”
, una potenziale outsider capace di ribaltare le previsioni.
I seggi, aperti dalle 7:00 alle 21:00, vedranno i primi exit poll diffusi subito dopo la chiusura.
Foto: AFP