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referendum UE in Moldova: Sandu vince di misura, accuse di ingerenze russe

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La presidente della Moldova, Maia Sandu, ha affrontato i giornalisti nel suo quartier generale a Chisinau, con uno sguardo risoluto e un messaggio forte: il referendum sull’adesione all’Unione Europea è passato, ma per un soffio. Dietro questa vittoria risicata si nasconde un’ombra inquietante, quella delle ingerenze straniere, e Sandu non ha avuto esitazioni nel puntare il dito – anche se velatamente – contro la Russia, accusata di orchestrare interferenze elettorali. Mosca, naturalmente, ha respinto ogni addebito, ma il Cremlino ha lanciato la sfida: “Dimostrateci le prove di queste interferenze “.

Il referendum, che doveva sancire la volontà della Moldova di unirsi a Bruxelles, ha visto la vittoria del “sì” con un misero 50,28% – solo 8.000 voti di differenza dal fronte anti-UE. Un risultato che potrebbe cambiare radicalmente il futuro del paese. In contemporanea, si è svolto il primo turno delle elezioni presidenziali, e Sandu ha ottenuto un incoraggiante 42%, ma ora dovrà affrontare al ballottaggio Alexandr Stoianoglo, l’ex procuratore sostenuto dai socialisti filorussi, in quello che si preannuncia un duello durissimo.

La presidente, dal 2022, ha sempre sostenuto con forza la candidatura della Moldova all’Unione Europea, un passo visto come essenziale dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Ma il risultato del referendum, seppur positivo, è un campanello d’allarme. Sandu, con un’espressione ferma, ha dichiarato: “Abbiamo assistito a un attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro paese”, accusando “gruppi criminali, in collaborazione con forze straniere ostili ai nostri interessi nazionali”  di aver cercato di influenzare l’esito del voto.

Se da una parte Sandu resta fiduciosa, dall’altra molti osservatori sono preoccupati. Florent Parmentier, politologo di Sciences Po, ha definito il risultato una “sorpresa”, aggiungendo che la vittoria risicata del fronte pro-UE “indebolisce l’immagine pro-europea della popolazione e della leadership di Maia Sandu”. Tuttavia, ha rassicurato che i negoziati per l’adesione all’Unione Europea, iniziati a giugno, non saranno compromessi, anche se un “sì” più netto avrebbe inviato “un segnale molto più forte e positivo” .

Il secondo turno elettorale si prospetta come una sfida ancora più dura per la presidente. Parmentier sottolinea che molti degli elettori che hanno sostenuto gli altri nove candidati nella corsa presidenziale potrebbero spostare il loro voto su Stoianoglo al ballottaggio, complicando ulteriormente il cammino di Sandu.

Maia Sandu, 52 anni, ex economista della Banca Mondiale e prima donna a ricoprire la carica di presidente della Moldova, aveva sconfitto nel 2020 un candidato appoggiato da Mosca. Tuttavia, nonostante la sua popolarità e le previsioni favorevoli, il risultato del referendum dimostra che il sostegno alla sua agenda europea non è così solido come si pensava.

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I detrattori della presidente sono stati chiari: Sandu, a loro avviso, non ha fatto abbastanza per contenere l’inflazione galoppante in uno dei paesi più poveri d’Europa, né ha attuato le tanto attese riforme del sistema giudiziario. Stoianoglo, che Sandu aveva licenziato dal suo ruolo di procuratore, ha basato la sua campagna proprio su questo, promettendo “la restaurazione della giustizia” e una politica estera più “equilibrata” . Il suo rifiuto di votare nel referendum non è passato inosservato, ma gli ha permesso di attrarre un ampio consenso tra i cittadini stanchi delle tensioni con la Russia.

Ghenadie, un elettore di Chisinau che ha preferito non rivelare il suo cognome, ha espresso preoccupazione per quella che percepisce come una deriva “occidentale” del paese, accusando il governo di “peggiorare la situazione economica”. Dall’altra parte, Olga Cernega, un’economista di 60 anni, ha votato con la speranza di portare “prosperità, pace e benessere nel nostro paese” .

Uno schema di corruzione senza precedenti

Il timore di un’interferenza russa ha dominato la campagna elettorale. Washington ha lanciato nuovi allarmi sulla possibile influenza del Cremlino, mentre l’Unione Europea ha imposto nuove sanzioni a diversi moldavi accusati di collaborare con Mosca. La polizia moldava ha arrestato centinaia di persone nelle settimane precedenti al voto, scoprendo uno schema di compravendita di voti “senza precedenti” , che secondo le forze dell’ordine avrebbe potuto compromettere fino a un quarto dei voti espressi.

Milioni di dollari provenienti dalla Russia sarebbero stati inviati in Moldova per corrompere gli elettori, attraverso persone legate a Ilan Shor, un imprenditore latitante e politico decaduto. Shor, condannato in contumacia per frode lo scorso anno, ha continuato a denigrare il governo moldavo, definendo la Moldova uno “stato di polizia” e un “burattino obbediente dell’Occidente”. Dopo il voto, ha postato sui social“Avete fallito miseramente” .

Oltre alla compravendita di voti, centinaia di giovani sarebbero stati addestrati in Russia e nei Balcani con l’obiettivo di scatenare “disordini di massa”  in Moldova, provocando le forze dell’ordine durante le manifestazioni.

Foto: [Archivio Times Of Malta]

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