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Prigionieri in auto di lusso: il governo costretto a spiegarsi

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Il Regno Unito è stato travolto dall’indignazione martedì scorso quando il governo ha avviato il rilascio anticipato di un secondo gruppo di 1.000 prigionieri. Il motivo? Alcuni detenuti, appena usciti dalle sbarre, sono stati prelevati a bordo di auto di lusso, provocando un’ondata di critiche infuocate.

Il portavoce del Primo Ministro Keir Starmer ha espresso chiaramente la sua solidarietà con i cittadini infuriati, affermando che il governo condivide “la rabbia del pubblico” per quelle immagini, ma ha anche ammesso che “non c’era scelta se non agire ” a causa del grave sovraffollamento delle carceri. Uno spettacolo che ha lasciato tutti a bocca aperta: un uomo, fresco di rilascio, è stato accolto all’uscita della prigione di Kent da una Rolls Royce nera, circondato da un gruppo di uomini in felpe coordinate. Come se non bastasse, un altro detenuto, che ha dichiarato di aver scontato sette anni per rapimento e lesioni personali gravi, è stato prelevato da un corteo di lusso composto da una Bentley bianca e un Mercedes G-Wagon.

Questi eventi seguono quanto già accaduto a settembre, quando 1.700 prigionieri furono rilasciati e molti di loro furono immortalati mentre festeggiavano la libertà spruzzando Prosecco. Immagini che hanno lasciato il pubblico esterrefatto, ma che hanno costretto il governo a spiegarsi.

Il portavoce di Starmer non ha potuto che ribadire l’obbligo di procedere con i rilasci, puntando il dito contro la precedente amministrazione conservatrice e il caos ereditato nel sistema giudiziario. “Se non avessimo agito, ci saremmo trovati di fronte a una paralisi completa del sistema”, ha sottolineato con fermezza. “I tribunali non avrebbero potuto più mandare i criminali in prigione, la polizia non avrebbe potuto fare arresti e avremmo assistito a una criminalità incontrollata nelle nostre strade. Il governo chiaramente non poteva permettere che ciò accadesse.”

Nel frattempo, il governo ha deciso di affrontare la crisi carceraria lanciando una revisione delle pene. Tra le soluzioni al vaglio, si valuta l’introduzione di punizioni più severe per alcuni criminali non violenti, in modo da riservare i posti in prigione ai detenuti più pericolosi. Tra le proposte, spiccano tecnologie innovative come orologi o app per monitorare i detenuti e garantire che rispettino le condizioni imposte, nonché il ricorso a misure di detenzione domiciliare.

‘Strangolamento non letale’

Il programma di rilascio anticipato ha concesso la libertà a prigionieri considerati non violenti, che hanno rispettato determinate condizioni, permettendo loro di uscire dopo aver scontato solo il 40% della pena, anziché il solito 50%. Ma non tutti possono approfittare di questa misura. I detenuti accusati di reati sessuali, di crimini violenti con condanne superiori ai quattro anni, di stalking o di “strangolamento e soffocamento non letale” sono esclusi dal programma.

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David Gauke, ex ministro della giustizia e attuale presidente della commissione di revisione, ha evidenziato come la popolazione carceraria, oggi vicina ai 89.000 detenuti, cresca al ritmo di 4.500 unità all’anno, con il 90% dei condannati che sono recidivi. La ministra della Giustizia, Shabana Mahmood, ha rivelato come il governo, dopo aver vinto le elezioni a luglio, abbia scoperto un sistema carcerario sull’orlo del collasso, che rischiava di portare “alla rottura dell’ordine pubblico nel nostro Paese“. Mahmood ha affermato che “ad agosto, eravamo rimasti con meno di 100 posti disponibili in tutte le carceri del Regno Unito.”  Una situazione davvero critica.

Già nel 2019, quando era ministro della giustizia per i conservatori, Gauke sosteneva l’idea di abolire le pene detentive inferiori ai sei mesi, con eccezioni per i crimini violenti e sessuali, affermando che le prigioni, con i tassi di recidiva attuali, “chiaramente… non stanno funzionando “. Ora, questo nuovo esame esplorerà come dovrebbe essere la punizione e la riabilitazione nel XXI secolo, con l’obiettivo di portare il sistema giudiziario britannico fuori dalla crisi e verso un futuro più sostenibile.

Nel frattempo, il nuovo governo ha confermato il suo impegno a creare 14.000 nuovi posti nelle carceri, cercando di riportare l’ordine in un sistema in piena emergenza.

Foto: Shutterstock

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