Un’accusa esplosiva scuote Pechino: l’OMS chiede chiarezza, ma la Cina respinge ogni colpa, sostenendo di aver condiviso tutte le informazioni su Covid-19 “senza trattenere nulla”. Il dibattito si intensifica e il mondo resta in attesa di risposte mentre le ferite della pandemia rimangono aperte.
Il Covid-19, comparso a Wuhan nel dicembre 2019, ha seminato morte e distruzione, colpendo milioni di persone, paralizzando le economie e mettendo in ginocchio i sistemi sanitari globali. E ora, con l’OMS che definisce “un imperativo morale e scientifico” l’accesso a ulteriori dati, la Cina ribatte con fermezza. La portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha affermato: “Cinque anni fa… la Cina ha immediatamente condiviso informazioni sull’epidemia e la sequenza genica del virus con l’OMS e la comunità internazionale. Senza trattenere nulla, abbiamo condiviso la nostra esperienza di prevenzione, controllo e trattamento.”
Ma queste dichiarazioni non convincono tutti. Durante la pandemia, l’OMS ha più volte accusato le autorità cinesi di mancanza di trasparenza e collaborazione. Un’indagine condotta nel 2021 da un team di esperti dell’OMS ha suggerito che il virus potrebbe essere stato trasmesso da un pipistrello all’uomo tramite un animale intermedio, forse in un mercato. Tuttavia, da allora gli investigatori non hanno più avuto accesso alla Cina, e le richieste di ulteriori dati sono rimaste inevase.
Mao ha dichiarato che “sempre più indizi” suggeriscono che le origini del Covid-19 abbiano “una portata globale”
. Ha anche aggiunto che la Cina è disposta a collaborare con altri paesi per promuovere ricerche scientifiche e prevenire future pandemie. Ma il mondo si chiede: è davvero così?
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha avvertito che “se oggi emergesse una nuova pandemia, il mondo affronterebbe ancora le stesse debolezze che hanno permesso al Covid-19 di diffondersi cinque anni fa”
. Questo richiamo alle vulnerabilità globali sottolinea quanto ancora resti da fare.
Nel dicembre 2021, con il mondo ancora sotto shock per l’impatto devastante del Covid-19, i paesi hanno avviato i lavori per un accordo sulla prevenzione e la gestione delle pandemie. Nonostante i progressi, il trattato, che coinvolge 194 stati membri dell’OMS, è bloccato su questioni cruciali, come la condivisione tempestiva degli agenti patogeni emergenti e i benefici derivanti dai vaccini. Il termine per finalizzare l’accordo è fissato a maggio 2025, ma le divisioni tra paesi ricchi e poveri rimangono profonde.
La strada verso una vera preparazione pandemica globale appare lunga e incerta, mentre le tensioni geopolitiche continuano a complicare i negoziati. Riusciremo a imparare dalle lezioni del passato o siamo condannati a ripetere gli stessi errori?
Foto: AFP