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“orban contestato al parlamento: l’aula esplode sulle note di bella ciao”

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Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, ha dovuto fare i conti con una vera e propria rivolta tra gli eurodeputati di sinistra mercoledì mattina, mentre un nutrito gruppo di parlamentari dell’UE ha manifestato contro la presenza di Viktor Orban intonando l’inno antifascista Bella Ciao . Un episodio che ha trasformato il Parlamento in uno scenario inaspettato di scontro politico.

“Questo non è l’Eurovision” , ha ribattuto con fermezza Metsola, cercando di riportare l’ordine mentre le note della canzone risuonavano nell’aula, subito dopo l’intervento di Orban.

Il leader ungherese era a Strasburgo per illustrare le priorità del suo paese in vista della presidenza del Consiglio dell’UE. Ma la sua presenza ha acceso subito le tensioni. Alleato più stretto di Vladimir Putin nell’Unione Europea, Orban è ormai famoso per le sue continue frizioni con i partner europei, su questioni delicate come l’aiuto a Kiev, bloccato dal suo governo, o il costante attacco allo stato di diritto in Ungheria.

Orban ha dipinto un’Europa in crisi, con la guerra in Ucraina alle porte e quella che ha definito una “crisi migratoria acuta”, arrivando a dichiarare che “l’Unione Europea ha bisogno di cambiare”. Ma nonostante un ascolto rispettoso e qualche sporadico applauso dai suoi sostenitori, il vero momento esplosivo è arrivato con l’intonazione di Bella Ciao, che ha innescato una serie di critiche feroci. Uno dopo l’altro, i detrattori di Orban hanno preso la parola, e tra loro, la co-leader dei Verdi, Terry Reintke, ha tuonato: “Non sei il benvenuto qui” .

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, intervenuta subito dopo, non ha usato mezzi termini nel criticare la posizione di Budapest, puntando il dito contro l’ostruzionismo di Orban nel supportare l’Ucraina e nel rifiutare di unirsi agli sforzi occidentali per armare Kiev contro Mosca. “Esiste un solo percorso per ottenere una pace giusta per l’Ucraina e per l’Europa: dobbiamo continuare a sostenere la resistenza ucraina con aiuti politici, finanziari e militari”  ha dichiarato von der Leyen con tono deciso.

Lo “spettacolo di propaganda” di Orban

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Con l’assunzione della presidenza di turno dell’UE, Orban non ha perso tempo per attirare l’attenzione, lanciandosi in una missione di pace non coordinata verso Kiev, Mosca e Pechino che ha fatto infuriare Bruxelles. Nel suo intervento, von der Leyen non ha risparmiato critiche, attaccando duramente chi cerca di giustificare la guerra, “accusando non l’invasore, ma l’invaso”, e chi incolpa non “la sete di potere di Putin, ma il desiderio di libertà dell’Ucraina” .

Non è stata sola. Manfred Weber, leader del Partito Popolare Europeo, ha definito la diplomazia di Orban “una grande messa in scena propagandistica per gli autocrati” , sottolineando come i viaggi non coordinati del premier ungherese abbiano scatenato una vera e propria ribellione in seno all’UE, spingendo von der Leyen a boicottare una serie di incontri organizzati dalla presidenza ungherese.

La presidente della Commissione ha poi affondato il colpo sulla questione migratoria, accusando Orban di “gettare i problemi oltre il recinto dei vicini”, riferendosi al rilascio anticipato di trafficanti di esseri umani. Non ha risparmiato critiche nemmeno sul sistema di visti per i cittadini russi, descrivendolo come “una porta sul retro per interferenze straniere” .

Nel suo attacco più ironico, Gerben-Jan Gerbrandy, eurodeputato olandese del partito centrista Renew, ha dipinto Orban come un personaggio da “film di serie B”, paragonandolo a “Mini-Me”, il fedele compagno di Putin o dell’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, “che sembra, parla e agisce esattamente come il Dottor Male, ma si limita a sedersi sulle sue ginocchia.” .

Ma le accuse non si sono fermate qui. Peter Magyar, leader dell’opposizione ungherese e ora eurodeputato, ha espresso tutto il suo rammarico per lo stato del suo paese sotto la guida di Orban, lamentando che l’Ungheria è passata “da una stella brillante a ciò che è ufficialmente il paese più povero e corrotto dell’Unione Europea.” .

L’arma politica e la sfida di Orban

In risposta a tutte queste accuse, Orban non ha indietreggiato. Ha accusato la presidente della Commissione di usare il suo potere come “arma politica” contro Budapest e si è lamentato del fatto che il nuovo gruppo parlamentare ungherese, Patriots for Europe, stia venendo “ingiustamente escluso” da incarichi di responsabilità. “Non accetteremo mai che l’unità europea significhi che ci dite cosa fare e che dobbiamo stare zitti” ha affermato con enfasi.

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A difendere Orban, Jorge Buxade Villalba, membro dei Patriots for Europe, ha descritto il discorso del leader ungherese come “una ventata d’aria fresca in questo Parlamento”, aggiungendo che “le donne sono più sicure per le strade di Budapest che in quelle di Bruxelles” .

Nonostante il caos politico che ha accompagnato l’intervento di Orban, la sua visita ha mostrato come il premier ungherese stia raccogliendo consensi sempre maggiori a livello europeo. Mentre fuori dall’aula vari gruppi politici inscenavano proteste con striscioni che recitavano “Niente soldi per i corrotti” , un riferimento ai miliardi di euro di fondi congelati all’Ungheria, Orban guardava oltre.

Dal suo ritorno al potere nel 2010, ha progressivamente limitato i diritti civili e rafforzato la sua presa sul potere, scontrandosi ripetutamente con Bruxelles. Ma oggi, può contare sui successi elettorali della destra in Italia, Paesi Bassi e Austria, e sulla crescente influenza dei Patriots for Europe. Un segnale, secondo lui, che il vento politico in Europa sta cambiando, lentamente ma inesorabilmente, a suo favore.

Foto: EP
Video: EP

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