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Orange sotto accusa: multa record per pubblicità nascoste nelle email

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Un colosso sotto accusa e una sanzione che fa tremare il settore: Orange, il maggiore operatore internet di Francia, è stato multato con una cifra record di 50 milioni di euro per aver invaso le caselle email dei suoi utenti con pubblicità camuffate da messaggi personali. L’annuncio della CNIL, l’autorità francese per la privacy, ha scatenato un’ondata di indignazione, sottolineando la gravità delle violazioni ai danni di milioni di clienti.

Louis Dutheillet de Lamothe, vicecapo della CNIL, ha dichiarato: “Orange ha utilizzato il proprio servizio di posta elettronica per introdurre pubblicità che si confondevano deliberatamente con le email dei clienti” . La tattica, che ha coinvolto oltre 7,8 milioni di utenti, è stata equiparata a una forma di spam, pratica vietata in Francia senza il consenso esplicito dei destinatari.

La CNIL ha spiegato che la gravità della violazione è accentuata dal fatto che Orange ha generato introiti significativi attraverso queste pubblicità ingannevoli. “Abbiamo considerato che si trattasse di un’infrazione che ha portato guadagni diretti alla società”  ha aggiunto Dutheillet de Lamothe.

Ma Orange non ci sta e contrattacca. In una dichiarazione ad AFP, la società ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso, definendo la multa “totalmente sproporzionata”. L’azienda ha difeso le proprie azioni, sostenendo che si trattava di “una pratica comune di mercato che non ha implicato alcun utilizzo dei dati personali degli utenti” . Inoltre, ha precisato di non aver ricevuto alcuna segnalazione preventiva prima dell’emissione della sanzione.

Non si tratta però solo di annunci pubblicitari: l’autorità per la privacy ha scoperto un’ulteriore falla nel sistema di Orange. Anche dopo aver introdotto, nel novembre 2023, un’interfaccia email più trasparente, gli utenti che chiedevano di non ricevere cookie – i codici che permettono di tracciare le attività online – continuavano comunque a riceverli. La CNIL ha concesso a Orange tre mesi per risolvere questa violazione, minacciando nuove sanzioni in caso di mancato adeguamento.

Una multa di tale entità, fuori scala rispetto a quelle normalmente inflitte, rappresenta un chiaro monito per gli operatori del settore. Come ha sottolineato Louis Dutheillet de Lamothe“Questa decisione deve servire da avvertimento per tutti gli altri operatori”.

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Foto: Shutterstock

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