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Non tornare: Gli israeliani protestano mentre Netanyahu si reca all’estero

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Un manifestante cammina con un cartello che recita in inglese “dictator on the run” (dittatore in fuga), riferendosi al Primo Ministro Benjamin Netanyahu che si reca in Germania in visita ufficiale, durante una protesta contro il controverso progetto di riforma giudiziaria. Foto: AFP

Gli oppositori delle controverse riforme giudiziarie volute dal governo israeliano hanno manifestato mercoledì all’aeroporto Ben Gurion in vista della partenza del Primo Ministro Benjamin Netanyahu per un viaggio ufficiale in Germania.

“Dittatore in fuga” e “Non tornare”, recitavano i cartelli tenuti dai manifestanti nei pressi dell’aeroporto, dove un convoglio di auto con bandiere israeliane circolava tra i terminal, rendendoli difficilmente accessibili, ha riferito un corrispondente dell’AFP.

Il Parlamento israeliano, o Knesset, ha votato martedì per approvare in prima lettura un disegno di legge che, tra le altre cose, consentirebbe ai legislatori di annullare le sentenze della Corte Suprema con un voto a maggioranza semplice.

Il governo di Netanyahu, che comprende partiti ultraortodossi e di estrema destra, ha presentato il suo pacchetto di revisione del sistema giudiziario a gennaio.

Netanyahu, che ha in programma anche un viaggio in Gran Bretagna, presenta la revisione come la chiave per ripristinare l’equilibrio tra i rami del governo in un sistema che, a suo avviso, dà ai giudici troppo potere sui funzionari eletti.

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Ma la mossa ha scatenato 10 settimane consecutive di manifestazioni in tutto il Paese, con i critici che hanno espresso il timore che il pacchetto di riforme minacci la democrazia liberale di Israele.

Hanno anche accusato che i cambiamenti proposti mirano a proteggere il primo ministro israeliano mentre combatte contro le accuse di corruzione.

Mercoledì all’aeroporto Ben Gurion, vicino a Tel Aviv, alcuni manifestanti hanno tenuto in alto striscioni con la scritta “Ministro del crimine”, in riferimento alla battaglia legale in corso di Netanyahu.

Il convoglio di auto che si muoveva tra i terminal comprendeva veterani delle forze armate israeliane.

Tra loro c’erano anche i veterani che hanno partecipato all’operazione del 1976 in Uganda per liberare gli ostaggi di un volo Tel Aviv-Parigi che era stato dirottato e durante il quale fu ucciso il fratello di Netanyahu, Yoni.

Il presidente israeliano Issac Herzog – che, nel suo ruolo per lo più cerimoniale, ha cercato di mediare il dialogo – la scorsa settimana ha invitato la coalizione a fermare la legislazione, definendola “una minaccia alle fondamenta della democrazia”.

I governi tedesco e britannico hanno subito pressioni per aver ospitato Netanyahu, con 1.000 scrittori, artisti e accademici che hanno esortato i due Paesi a rinunciare alle visite.

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“Di fronte alla pericolosa e distruttiva leadership di Netanyahu e alla luce di una vasta resistenza civile democratica contro la distruzione delle istituzioni statali da parte di una legislazione antidemocratica, chiediamo che Germania e Gran Bretagna annuncino rapidamente” la cancellazione delle visite di Netanyahu, hanno scritto.

L’ufficio di Netanyahu ha dichiarato che avrebbe incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz e che avrebbero “discusso di questioni diplomatiche e di sicurezza, in primo luogo della questione iraniana, nonché degli sviluppi regionali”.

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