Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo e fondatore di Tesla e SpaceX, ha lasciato tutti senza parole: durante un evento al Roxain Theater di Pittsburgh, in Pennsylvania, il 20 ottobre 2024, ha regalato un assegno da un milione di dollari a una cittadina, Kristine Fishell. Un gesto che ha immediatamente scatenato una bufera mediatica e sollevato interrogativi sulla legalità dell’iniziativa. Ma attenzione, non si tratta di un semplice regalo: Musk ha annunciato che ogni giorno, fino al 5 novembre, premierà un elettore registrato in uno stato chiave per le elezioni presidenziali americane.
Il miliardario, sostenitore dichiarato di Donald Trump, sembra aver trovato un modo tutto suo per influenzare la corsa alla Casa Bianca, ma le polemiche non si sono fatte attendere. La campagna della candidata democratica Kamala Harris non ha ancora commentato l’accaduto, ma il governatore democratico della Pennsylvania, Josh Shapiro, ha subito dichiarato: “Credo che le forze dell’ordine debbano indagare su questa iniziativa.”
Musk ha scelto proprio la Pennsylvania, uno dei sette “swing states”, per lanciare questa iniziativa che promette di sconvolgere l’andamento delle elezioni.
Ma non è tutto: per partecipare, gli elettori devono firmare una petizione a favore della “libertà di parola e del diritto di possedere armi”. Un requisito che ha subito fatto storcere il naso a molti, spingendo diversi esperti di diritto elettorale a chiedersi se tutto ciò sia legale. Danielle Lang, docente alla Georgetown Law School, ha affermato che l’iniziativa potrebbe portare a conseguenze legali. “È illegale distribuire denaro con la condizione che i destinatari si registrino come elettori”
ha spiegato la Lang, sottolineando che questa campagna viola chiaramente la legge federale.
Anche Rick Hasen, professore alla UCLA, ha sottolineato come la legge vieti qualsiasi forma di pagamento legata alla registrazione al voto, e che le sanzioni potrebbero includere multe salate fino a 10.000 dollari o addirittura la reclusione per cinque anni. Tuttavia, non tutti condividono questa visione: Brad Smith, ex presidente della Federal Election Commission, ha descritto l’operazione di Musk come “un’area grigia”. “Poiché Musk non paga direttamente le persone per registrarsi, ma per firmare una petizione, credo che legalmente possa cavarsela”
ha spiegato Smith.
Da parte sua, Musk ha difeso la sua iniziativa definendola un semplice incoraggiamento al voto. “Vogliamo assicurarci che tutti negli stati decisivi sentano parlare di questo, e credo che questa campagna garantirà che ciò accada”
ha dichiarato su X, la piattaforma social di sua proprietà. Ma non è solo il concorso da un milione di dollari a dimostrare l’impegno di Musk nella corsa elettorale: nelle ultime settimane, ha donato ben 75 milioni di dollari a un comitato politico a favore di Trump e ha partecipato attivamente ai suoi comizi.
Musk non si è tirato indietro dal lanciare un appello diretto al pubblico: “Parlate con amici, familiari, conoscenti e perfino sconosciuti per strada… convinceteli a votare” ha esortato durante uno dei raduni, dimostrando che il suo supporto a Trump va ben oltre la semplice donazione di denaro.
Iniziative come questa non sono del tutto nuove, soprattutto durante le elezioni americane. Danielle Lang ha ricordato che “Ogni ciclo elettorale assistiamo a qualche azienda che propone iniziative discutibili, come offrire un prodotto gratuito a chi mostra l’adesivo ‘Ho votato’. Ma quello che distingue il concorso di Musk è la sua portata, decisamente più vasta.”
In effetti, mai prima d’ora un’operazione simile aveva coinvolto cifre così elevate e un potenziale impatto così grande sulle elezioni presidenziali degli Stati Uniti.
Foto: AFP