L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lancia l’allarme massimo: l’epidemia di mpox non rallenta e continua a diffondersi, colpendo nuovi Paesi e mettendo in difficoltà i sistemi sanitari globali.
“La decisione si basa sull’incremento del numero di casi, sulla continua diffusione geografica, sulle sfide operative sul campo e sulla necessità di una risposta coesa e sostenibile da parte dei Paesi e dei partner coinvolti”,
ha dichiarato l’OMS in un comunicato, sottolineando la gravità della situazione.
Il Direttore Generale dell’OMS, agendo in accordo con il Comitato di Emergenza dei Regolamenti Sanitari Internazionali (IHR), ha confermato che l’aumento dei contagi di mpox rappresenta ancora “un’emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”,
estendendo l’allarme già dichiarato il 14 agosto.
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) rimane il Paese più devastato dall’epidemia, seguita da Burundi e Nigeria, mentre il virus continua a espandersi senza sosta.
Questo virus, noto in passato come vaiolo delle scimmie, è trasmesso dagli animali all’uomo, ma anche tra esseri umani attraverso contatti fisici stretti. I sintomi? Febbre, dolori muscolari e grandi lesioni cutanee simili a bolle, che non solo deturpano ma possono anche uccidere.
Ad agosto, l’allarme è scattato in risposta a un’impennata di casi legati a una nuova variante, il Clade 1b, individuata nella RDC e rapidamente propagatasi nei Paesi vicini. Da allora, sia questa che altre varianti del virus sono state segnalate in 80 nazioni, di cui ben 19 in Africa, secondo l’OMS.
Foto: AFP