Milano si ribella al fumo: i trasgressori rischiano multe salatissime. Una nuova legge rivoluzionaria, entrata in vigore il primo gennaio, ha dichiarato guerra aperta al fumo in ogni angolo pubblico della città, compresi i marciapiedi e le strade. L’obiettivo? Un’aria più pulita e una salute pubblica meglio protetta, ma la norma non smette di far discutere.
Ma come si può vietare di fumare anche all’aperto? Questo limite alla libertà personale è eccessivo, protesta Morgan Ishak, un idraulico di 46 anni, aggiungendo: “Sono d’accordo a non fumare in spazi chiusi o vicino a bambini e anziani, ma all’aperto è troppo.”
Eppure, il comune non indietreggia: ridurre l’inquinamento e salvaguardare i cittadini dai danni del fumo passivo sono priorità assolute.
Questa nuova stretta arriva come culmine di un piano iniziato nel 2021, quando il fumo fu proibito in parchi, aree giochi, fermate dell’autobus e impianti sportivi. Ora, chi non rispetta le regole può incappare in multe che vanno da 40 a 240 euro. L’unica eccezione? Aree isolate, dove si possa mantenere una distanza di almeno 10 metri dagli altri.
Mi sembra una mossa necessaria. Il fumo è una delle principali cause di inquinamento e, in un’epoca di emergenza climatica, qualsiasi intervento è utile a salvaguardare il pianeta, dichiara Stellina Lombardo, 56 anni, non fumatrice. “Le conseguenze dell’inquinamento stanno devastando il nostro mondo, e Milano deve fare la sua parte.”
Questa normativa segna un passo deciso verso un’aria più pulita, specialmente in una delle città più inquinate d’Europa, situata nel cuore della Pianura Padana e soffocata dal traffico stradale. Secondo i dati, il fumo è responsabile di circa l’85% dei tumori ai polmoni, una malattia che resta il cancro più letale a livello globale.
La lotta contro il fumo a Milano si inserisce in una tradizione di norme pionieristiche in Italia. Dal primo divieto nazionale del 1975 sui trasporti pubblici, passando per il 2005, quando il divieto fu esteso a tutti gli spazi pubblici chiusi, il Paese ha fatto scuola in Europa. Tuttavia, con il 19% degli italiani che ancora fumano, il fenomeno non è del tutto arginato, complice anche il prezzo medio delle sigarette, tra i più bassi del continente a soli sei euro a pacchetto.
Milano non è sola in questa battaglia. Diciassette nazioni dell’Unione Europea hanno introdotto leggi severe contro il fumo, con Irlanda, Malta, Spagna e Ungheria che spiccano per rigidità. E mentre l’Europa si muove verso un futuro senza fumo, il Regno Unito ha già in mente un piano rivoluzionario: impedire a chiunque sia nato dopo il 2009 di acquistare sigarette, creando la prima generazione completamente smoke-free.
La Svezia guida la classifica dei Paesi europei con meno fumatori, appena l’8% della popolazione, mentre in Bulgaria il fenomeno è ancora dilagante, con il 37% dei cittadini che non rinuncia al vizio.
Foto: Shutterstock